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Fedra a IppolitoEpistola quarta

Epistole d'Ovidio

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1.1Questi sospir, quest'amorosi preghi
1.2A te, dolce suo ben, dolce sua vita,
1.3Da cui suo ben, da cui sua vita aspetta,
1.4Fedra fedele, e sfortunata scrive.
1.5Leggi pur quant'io scrivo: e che ne puote
1.6Nuocer già mai quel che si legge in carte?
1.7Anzi trovar potrai nascoso in questi
1.8Versi d'amor quel che ti piaccia e giovi.
1.9In queste carte ancor gl'interni affetti
1.10E gl'interni pensier, celati e chiusi,
1.11Per l'onde infide e per la terra intorno
1.12Sen van sicuri; e le vergate carte
1.13L'un dall'altro nimico accetta e legge.
1.14Tre volte mi sospinse ardente amore
1.15A scoprirti il mio foco, e vinta e presa
1.16D'amoroso timor, tre volte muta
1.17Si feo mia lingua, e di mia voce il suono
1.18Restò tre volte in su le labra estreme:
1.19Che bench'amor così n'infiammi e n'arda
1.20Che mal celar si possa il fiero ardore,
1.21Devesi nondimen vergogna onesta
1.22Mista tener col desiderio ardente;
1.23E quel ch'allor sol per vergogna tacqui,
1.24Or di sua propria man mi detta Amore:
1.25E non deve spregiar vil uom di terra
1.26Quant'egli a noi comanda, essendo Amore
1.27Non pur di noi qua giù signore e dio,
1.28Ma de' signori e degli Dii del cielo
1.29Signore e dio: et ei mi spinse in prima,
1.30Quando a scriverti ancor tremava il core,
1.31A pigliar questa penna, e disse: scrivi,
1.32Scrivi, Fedra fedel, che bench'egli abbia
1.33Il cor di ferro, e di diamante il petto,
1.34Ei nondimen, tutto pietoso in vista
1.35Quasi umil vinto al vincitor gentile,
1.36Le man ti porgerà, le braccia, e 'l collo,
1.37Onde l'annodi, e l'incateni, e leghi.
1.38Lui dunque invoco, e come dentro all'alma
1.39Di sì gentile ardor m'incende e strugge,
1.40Così benigno ai miei bei voti aspiri,
1.41Ed a le voglie mie tua mente pieghi.
1.42Io con lascivo o disonesto foco
1.43Non romperò del nostro amore i nodi,
1.44Che la mia fama, ove ella arrivi, è tale,
1.45Ch'ella non ha, va' pur cercando il vero,
1.46Di macchia o fregio alcun segnato il volto.
1.47Ma non poss'or celar mia fiamma ardente,
1.48Ch'amor quanto più tardi il cor n'accende,
1.49Tanto più gravemente, oimè, ne strugge,
1.50E più cieca ferita il petto ingombra:
1.51Che come offende il primo giogo il collo
1.52De' teneri giovenchi, e come a pena
1.53In bocca tiene il non usato freno
1.54Tratto del gregge allor corsier gentile,
1.55Così mal può soffrire i primi ardori
1.56Rustico petto, e male avezzo a questo
1.57Così grave d'amor cocente peso,
1.58Ch'or mal dentro al mio sen, misera, posa.
1.59Quando ne' teneri anni amor n'infiamma,
1.60Quasi per arte a sofferir s'impara
1.61Gli sproni, i dardi, e la catena, e 'l foco;
1.62Ma quella ch'ama in più matura etate,
1.63Sente dentro al suo sen d'amor mai sempre
1.64Gli spron più duri, e più pungente il dardo,
1.65Più stretto il nodo, e più cocente il foco.
1.66Tu prima avrai de la pregiata e cara
1.67Mia pudicizia, e conservata fama
1.68I primi frutti, e farem preda insieme,
1.69Io de la tua virginitade, e tue
1.70De la ad altrui mia castitade ascosa,
1.71Che dolce è trar da' fruttuosi rami
1.72I primi pomi, e de le spine avere
1.73Le prime rose; e poi che 'l vago e bello
1.74Primo candore, in cui mi vissi in pace
1.75Senza sentir d'amor stimolo o sferza,
1.76Senza macchiarmi mai di biasmo infame,
1.77Perder doveva, almen mia colpa fia
1.78Tanto minor quant'è più degno il foco,
1.79Ché maggior biasmo, e più vergogna apporta
1.80De l'adulterio assai, vil uom che 'l faccia:
1.81E dentro al mio pensier t'ho tanto in pregio,
1.82Che se Giunon m'addomandasse quale
1.83De' due volessi per mio sposo avere,
1.84O Giove, o 'l bell'Ippolito, io son certa
1.85Ch'io preporrei te mio figliastro a Giove.
1.86E già, né 'l crederai, desio mi viene
1.87Di farmi cacciatrice, e per le selve
1.88Le più feroci e più selvagge fere
1.89Seguir col piede, e sbigottir col grido.
1.90Già tra le Dee la piu tremenda e prima
1.91Tengo colei che fu nudrita in Delo;
1.92Et ho mia mente a la tua mente eguale.
1.93Già mi piace ire al bosco, et ivi in fuga
1.94Volgere i cervi, e le selvagge capre,
1.95E quegli, e queste entro a le reti accorre;
1.96O per gl'incolti e più spediti gioghi
1.97I più veloci can destare al corso,
1.98O trarre il dardo, o l'affannate membra
1.99Posar su le fiorite erbose piaggie.
1.100Spesso mi piace ancor girare intorno
1.101Un lieve carro, o volteggiar col freno
1.102Un fugace corsiero; or folle parmi
1.103Correr simile e traportarmi in vece
1.104Di quelle donne il cui pensiero ingombra
1.105Furor di Bacco, o di quell'altre in guisa
1.106Che là nel colle Ideo sonando fanno
1.107I sacrifici a quella dea che porta
1.108La corona di torri al fronte intorno;
1.109O ver come quell'altre in cui talora
1.110Entra il furor divin di Fauni o Driadi,
1.111Ch'attonite le fan, stordite e folli:
1.112Per che l'ancille mie, qualor si tempra
1.113Quel mio furore, ed in me stessa torno,
1.114Mi narran quelle mie sciocchezze insane,
1.115Quantunque io sappia, e lo confessi aperto,
1.116Ch'alta fiamma d'amor m'avampi il core.
1.117Forse ch'amare altrui di nostra prole
1.118È l'immutabil fato, e da noi donne
1.119Il tributo d'amor Venere chiede.
1.120Giove del ciel rettor d'Europa bella
1.121(Quest'è, lassa, di noi l'antico ceppo)
1.122S'innamorò già fieramente, e dentro
1.123A giovenco gentil se stesso ascose
1.124Sol per rapirla, e per goderla poi;
1.125E Pasife mia madre, oimè, d'un toro
1.126Sì ciecamente s'invaghì, che d'esso
1.127In Creta partorì l'orribil mostro,
1.128Che fu del ventre suo vergogna e peso.
1.129Il perfido dipoi Teseo, e crudele,
1.130Seguendo il fil che mia sorella stolta,
1.131Spinta da grand'amor, gli diede, uscio
1.132De' curvi fuor sì perigliosi tetti.
1.133Et io, s'alcun non mi tenessi figlia
1.134Del gran cretense re, l'ultima vengo
1.135Ad osservar quell'amorose leggi,
1.136Che proprie son del mio lignaggio illustre.
1.137Quest'è fatale ancor, ch'a due sorelle
1.138Una famiglia sola, un sangue istesso
1.139Molto ne piacque, e mia sorella fue
1.140Del padre calda, io del figliuolo accesa,
1.141Onde di due donzelle andar potete
1.142Felici e lieti, e nel reale albergo
1.143Appender di due cor le spoglie altere.
1.144O perché non era io, misera, in Creta
1.145Il giorno che nel gran tempio eleusino
1.146Di Cerere ambi al sacrificio entrammo!
1.147Però ch'allor, bench'io t'avessi impresso
1.148Nel core in prima, all'estreme ossa corse
1.149Più cocente d'amor la fiamma e 'l foco.
1.150Tu vestivi quel dì candida gonna,
1.151Et avevi di fior la chioma adorna,
1.152Et onesta vergogna intorno aveva
1.153Di vermiglio color le guance asperse,
1.154E quel viso, che l'altre acerbo e fiero,
1.155Rigido in bel garzon dirieno e crudo,
1.156Fedra lo chiamerà virile e forte:
1.157E stien pur lunge i giovanetti adorni
1.158E qual femina vil lisciati e colti,
1.159Ch'uom per sé bel, leve ornamento adorna:
1.160Né fan men bel tuo leggiadretto viso
1.161La sparsa polve, e la negletta chioma,
1.162E la fierezza del bel guardo e grato,
1.163O quel sudor che le tue guancie riga.
1.164S'io ti veggio talor corsiero, al freno
1.165Per sua natura, et a lo spron restio,
1.166In picciol cerchio volteggiando accorre,
1.167O col braccio vibrar zagaglia o dardo,
1.168O per gire affrontar cinghiale od orso
1.169Su l'omero portar lo spiede al bosco,
1.170Non men d'amor che maraviglia piena,
1.171Ogni atto miro, ed a quest'occhi piace
1.172La destrezza, l'ardir, la forza, e l'arte:
1.173Ch'agli occhi di chi ama ogn'atto è bello.
1.174Questo sol bramo, o mio figliastro amato,
1.175Che ne le selve degli alpestri monti,
1.176E ne l'alpi nevose, ai sassi e al gelo
1.177Lasci la tua durezza, e più cortese
1.178A la tua Fedra, e tua matrigna sia,
1.179Ch'io non son tal che tu ti sdegni amarmi,
1.180Né che per tua cagion corri a la morte.
1.181Che giova sempre aver ne' boschi il core,
1.182E seguir sempre l'esercizio e l'arte
1.183De la scinta Diana, e spregiar poi
1.184Di Venere e d'Amor gli amati frutti?
1.185Quel ch'a sua guerra, e sua fatica mai
1.186Pace non trova o posa, eternamente
1.187Non può durar, ché la quiete porge
1.188Forza maggiore a l'affannate membra;
1.189E sian da te de la gran dea de' boschi
1.190Imitati talor gli strali e l'arco,
1.191Ch'han spesso dal ferir quiete e tregua:
1.192Che se l'arco terrai mai sempre teso,
1.193Per saettar or questa fera or quella,
1.194Inutil si farà, debile, e lento.
1.195Egli era pur già ne le selve in pregio
1.196Cefalo avuto, e 'n quelle selve istesse
1.197Avevan, sua mercé, cinghiali e cervi
1.198Fatta del sangue lor vermiglia l'erba.
1.199Ei nondimen da la bell'Alba amato
1.200Fu caldamente, e per giacersi seco
1.201Abbandonava, o saggia donna, il suo
1.202Vecchio Titone; e sott'all'ombre spesso
1.203D'elci e di faggi al bell'Adone in grembo
1.204Vener s'assise; e d'Atalanta ancora
1.205Arse il bel Meleagro, e del feroce
1.206Cinghial, che ei sol con la sua destra uccise,
1.207Per bel pegno d'amor, la spoglia diede.
1.208Siamo ancor noi, deh bel figliastro mio,
1.209Tra così cari e fortunati amanti,
1.210Che senza mai d'amor gustare il dolce,
1.211Le belle selve, e le campagne, e' colli
1.212Disabitate son, sterili, e incolti.
1.213Io ti verrò qual tua compagna appresso
1.214Per gli alti monti, e non avrò spavento
1.215De' sassi acuti, o degli acuti denti
1.216D'orso selvaggio, o di cinghiale altero;
1.217E teco abiterò contenta e lieta
1.218La bella Troezena, a cui fan sempre
1.219I duoi mari ondeggiando eterna guerra,
1.220La qual via più che la mia patria istessa
1.221Or m'è, la tua mercé, suave e cara;
1.222E da me lunge il mio marito è stato
1.223Gran tempo omai, e per molt'anni ancora
1.224Lo riterrà suo Piritoo amato,
1.225Che più che la consorte, e più che 'l figlio,
1.226E più che se medesmo avuto ha in pregio.
1.227Né quest'oltraggio sol da lui portiamo,
1.228Che mille gravi ingiuriose offese
1.229Ad ambi ha fatto, ancor ch'ad ambi sia,
1.230Come ognun può saper, per sangue unito,
1.231E de l'un padre sia, de l'altra sposo.
1.232Egli col fier troncon tolse al mio frate
1.233In Creta l'alma, e su l'arena poi
1.234Nuda lasciò la mia sorella pia,
1.235Che per mercé del beneficio immenso
1.236Restasse cibo a l'affamate fiere.
1.237Egli con la sua man tua madre uccise,
1.238Che per virtute, e per valor di guerra
1.239Tra le belle guerriere era la prima,
1.240E di parto sì bel gradita madre,
1.241Per cui degna non fu, misera donna,
1.242L'ira fuggir de l'amatore insano,
1.243A cui non era ancor verace sposa,
1.244Né nodo marital legava i loro
1.245Animi insieme: e perché fece questo,
1.246Empio, se non perché bastardo figlio
1.247De' regni suoi non rimanesse erede?
1.248Egli poscia di me sua donna, e moglie
1.249T'ha fatto aver del bel paterno impero
1.250Emoli indegni, e successori altieri,
1.251Che tuoi fratelli son, che per sua colpa,
1.252E non per mia cagion, son vivi al mondo.
1.253Oh fuss'io morta almen nel mezzo al parto,
1.254Poich'i miei parti, e' miei mal nati figli
1.255Dovevan fare al mio figliastro oltraggio!
1.256Or vatten, folle, e riverente onora
1.257Del mai da te non meritato padre
1.258Il sì temuto, e riverito letto,
1.259Ch'egli ha sì in odio, e sì sdegnoso fugge.
1.260Né perché deggia al suo figliastro unirsi
1.261Matrigna amante ti spaventi, o questi
1.262Nomi, che son sì reverendi al suono,
1.263Non t'empian di terror, ché finalmente
1.264Son nomi vani, e riverenza tale,
1.265Che negli anni a venir mancar doveva,
1.266Regnò nel tempo che Saturno resse
1.267Con vita incolta e mal soave il mondo.
1.268Ma Giove, almo del ciel motore eterno,
1.269Volse ch'a noi mortai lecito fosse
1.270Oprar ciò ch'al desio diletta e piace,
1.271E che potesse al suo fratello amato
1.272La sorella talor per legge unirsi.
1.273La cui bella union, cui dolce amore,
1.274Qualor co' nodi suoi Venere annoda
1.275L'amorose di lor catene e reti,
1.276È stabil sempre, essend'insieme aggiunti
1.277Voglia, sangue, beltà, desire, e stella.
1.278Né difficil sarà celare altrui
1.279Nostro peccato, e così leve errore,
1.280Ché di matrigna e di figliastro il nome
1.281Sarà gran velo a l'amorosa colpa.
1.282S'alcun vedrà che tu m'abbracci, o ch'io
1.283Dolcemente talor ti stringa e baci,
1.284Sarem laudati insieme, io d'esser pia
1.285Al mio figliastro, e tu qual madre amata
1.286Aver la dolce tua matrigna in pregio;
1.287Né d'uopo ti sarà con fraude e tema
1.288Ne l'ombre folte de l'oscura notte
1.289Del geloso marito aprir tremando
1.290Le chiuse porte, o con pregiati doni
1.291Farti benigno il camerier mal fido,
1.292Od ingannar suo vigilante servo:
1.293Che, come un dolce già pregiato albergo
1.294Ambi n'accolse, un sol albergo ancora
1.295Ambi n'accoglierà, dove avrem sempre
1.296Ai nostri ardenti amor sicuro il varco;
1.297Che senza aver d'altrui sospetto o tema
1.298Dar mi potrai dolci amorosi baci,
1.299Come a baciarmi già materno amore
1.300Ti sospingeva, e riverente affetto.
1.301Tu meco ti starai sicuro e lieto,
1.302E cagion ti sarà di lode immensa
1.303L'esser visto talor giacermi a lato,
1.304O starmi in grembo amicamente assiso.
1.305Rompi ogni indugio solamente, e insieme
1.306Gustiamo omai i desiati e cari
1.307E soavi d'Amor graditi pegni:
1.308Il qual sì come acerbamente infiamma
1.309Il petto a me, così benigno e pio
1.310A tutti i voti tuoi cortese aspiri.
1.311Io non mi sdegno omai pregarti umile
1.312Che tu non abbia i miei desiri a sdegno.
1.313Ove son or le pompe, e i fregi illustri,
1.314Le superbe parole, e i chiari e belli
1.315De' miei grand'avi, e celebrati onori?
1.316Io ben pensai contro a sì crudo e fero
1.317Nimico ritrovar corazza e scudo,
1.318Né restar presa in sì tenaci nodi;
1.319E mi deliberai, s'amante puote
1.320Aver di sé mai libertate alcuna,
1.321Di non piegarmi a l'amorosa colpa:
1.322Or vinta prego, incatenata, e presa,
1.323E le braccia real misera stendo
1.324Per abbracciar le tue ginocchia amate,
1.325Ché cieco amante, e di se stesso fore,
1.326Non vede quel ch'a real uom convenga.
1.327La vergogna è fuggita, e nel mio viso
1.328Sol ha lasciata la vermiglia insegna;
1.329E del mio grand'ardor chieder perdono
1.330Mi spinge alto dolore, e poi m'inchina
1.331A dir ch'ai preghi miei tuo duro core
1.332Omai si pieghi, intenerisca, e rompa.
1.333Che mi val or che 'l mio gran padre abbracci
1.334Molto spazio di mare, o che dal cielo
1.335Scendino i tuoni e le saette ardenti
1.336Per man di Giove a sbigottir la terra,
1.337O che mi giova, oimè, ch'intorno intorno
1.338Abbia di raggi d'or mio avo illustre
1.339La fronte cinta, e col vermiglio carro
1.340Dopo l'ombra ai mortali il giorno apporti?
1.341Oimè, ch'amore ogni alto sangue abbassa,
1.342Ed a sua forza ogni valor soggiace!
1.343Ma se di me cura o pietade omai
1.344Non ti prende, crudel, muovati almeno
1.345Degli avi miei l'alta chiarezza illustre.
1.346L'isola ancor de la gran Creta, dove
1.347Nacque l'alto del ciel monarca eterno,
1.348Avrai per dote; e ben desio che quanto
1.349Possiede il padre mio famoso impero,
1.350Al bel figliastro mio soggiaccia, e serva.
1.351Rompi, deh rompi omai lo scoglio e 'l gelo
1.352Del duro petto e del gelato core:
1.353Ahimè! ch'un toro al suo voler potette
1.354Piegar mia madre, e tu sarai più fero
1.355D'una fera selvaggia, e via più crudo
1.356D'un crudel toro? Eh, mio figliastro, ascolta,
1.357Ascolta la tua Fedra, e pietà omai
1.358Di lei ti prenda: io te ne prego umile
1.359Per la madre d'Amor, che del suo foco
1.360Tutta m'avampa, anzi mi strugge il core;
1.361E come io son tutta infiammata et arsa,
1.362Come io sempre ti bramo amico il cielo,
1.363Così t'infiammi tu d'amata donna
1.364Che mai non spregi il tuo bramato amore;
1.365Et amica ti sia la dea de' boschi,
1.366E ti porghin l'ombrose ascose selve
1.367Sempre, o bel cacciator, selvagge fere,
1.368E propizii ti sien Satiri e Pani,
1.369Riverendi de' monti ascosi numi,
1.370E dal bel dardo tuo ferito caggia
1.371Cervo o cinghiale, e l'amorose Ninfe,
1.372Benché ti sien quant'alcun dice a schivo
1.373Le donne amanti, a la tua sete ardente
1.374Faccino i fonti ognor lucidi e freschi.
1.375Molte lagrime ancor con questi versi
1.376Misera verso, e mentre i preghi umili
1.377De l'infelice Fedra attento leggi,
1.378Pensa ancor di veder suo pianto amaro.
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