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1.1Io son forzato, per farvi piacere
1.2ed ubbidirvi, Niccolò mio caro,
1.3a comporre il capitol del sedere.
2.1Conosco ben ch'a soggetto sì raro
2.2senza l'aiuto e 'l vostro alto favore,
2.3in rena fondo, e in acqua zappo ed aro.
3.1Datemi dunque e possanza e favore;
3.2poi che sete il mio Apollo e 'l mio Parnaso,
3.3da voi sper'io, non dalle Muse onore.
4.1Non fu nel mondo l'uomo fatto a caso,
4.2ma con somma ragione: e gli fu dato
4.3per veder gli occhi, e per fiutare il naso;
5.1orecchi, piedi, man, lingua e palato,
5.2per udir, per andar, mangiare e bere,
5.3e per risponder quand'era chiamato;
6.1il membro poi viril per mantenere
6.2la spezie umana, e 'l cul, con riverenza,
6.3per riposarsi spesso e per sedere.
7.1Molt'altre cose fa per eccellenza
7.2questo forame, che tacerle è bene:
7.3basta sol dir che non si può far senza.
8.1E dietro fra le cosce e fra le schiene
8.2sta la carne senz'ossa e rilevata,
8.3la qual dell'uom appunto il mezzo tiene;
9.1ma per seder sì bene accomodata,
9.2che si può dir che la natura e Dio,
9.3sol per questa cagion ce l'abbin data.
10.1Ma temo or ben che non si paia ch'io,
10.2in cambio del sedere, il culo onori
10.3ed a quello indirizzi lo stil mio.
11.1Né però esco della strada fuori;
11.2ché chi volesse lodar la pittura,
11.3convien che lodi il pennello e' colori;
12.1così anche il seder, chi ben pon cura,
12.2convien lodar le chiappe finalmente,
12.3che del seder son termine e misura.
13.1Cammina attorno e travaglia la gente,
13.2ma nella fine stracca e fastidita
13.3per riposarsi siede e nulla sente.
14.1Anzi si gusta una gioia infinita;
14.2ché chi è stanco e lasso e segga poi,
14.3par che gli torni in corpo un'altra vita.
15.1Il dir novelle, il cicalar fra noi,
15.2e che varrebbon le cene e' conviti
15.3senza seder? Giudicatelo voi.
16.1I giuochi tanto belli e favoriti,
16.2come son la primiera e l'appiattare,
16.3senza seder sarebbono sbanditi.
17.1Mill'altri giuochi né veder, né fare
17.2mai si potrieno: e così mille spassi
17.3ne converria per forza abbandonare.
18.1Ma or volgendo in altra parte i passi,
18.2dico che se a studiar non si sedessi,
18.3saremmo tutti quanti babbuassi.
19.1Chi è colui che imparando volessi
19.2star ritto, od a giacer, ch'alfin saria
19.3peggio che fare i beccafichi lessi?
20.1Non ci sarebbe la filosofia,
20.2che si trovò sedendo: e d'ogni bene
20.3avremmo finalmente carestia.
21.1Il seder, sempre agli uomini dabbene,
21.2a' grandi ed a' signori e a monsignori,
21.3e quanto son maggior, più si conviene.
22.1Stanno a sedere papi e imperadori
22.2quasi a tutti i negozi: e volentieri
22.3si piglian, nel seder, sì fatti onori.
23.1Hanno d'intorno conti e cavalieri,
23.2filosofi e buffon, che stanno in piede
23.3ritti, che paion proprio candellieri.
24.1Mai non fa male altrui quegli che siede:
24.2non ruba, non ferisce e non ammazza:
24.3e cieco è finalmente chi nol vede.
25.1Se si stesse a seder la gente pazza,
25.2godendo a casa, il mondo or non saria
25.3d'uomini pien di così trista razza.
26.1Non sarebbon soldati in Lombardia,
26.2in Francia, nella Magna e in altra parte,
26.3che cercan quel ch'è d'altri portar via.
27.1E lo sfacciato e disonesto Marte,
27.2ch'ogni ben mette, ogni dolcezza in bando,
27.3sbandito si staria solo in disparte.
28.1Sedendo non s'adopra lancia, o brando,
28.2ben che sia qualche volta di bisogno,
28.3sì come al tempo già del conte Orlando.
29.1Parrà fors'a qualcun ch'io scriva in sogno,
29.2e dica cose fuor d'ogni dovere,
29.3tanto che quasi quasi mi vergogno.
30.1Ma se saranno amici del sedere
30.2cioè di pace, d'agio e di riposo,
30.3vedranno che le sorbe non son pere.
31.1Ma ora è tempo ch'al mio glorïoso
31.2seder ritorni e che di lui favelli
31.3il resto che nel cuor tengo nascoso.
32.1Siedesi in cielo, e gli angeli più belli
32.2seggon più alto: e così il paradiso
32.3è tutto pien di sedie e di sgabelli.
33.1E come la Scrittura ne dà avviso,
33.2a seder sempre stan l'alme beate
33.3l'eterno ben mirando fiso fiso:
34.1sì che, di grazia, un po' considerate
34.2quant'esser deve onorat'oggi il mondo
34.3e pregiato il seder dalle brigate.
35.1Il sedere è più dolce e più giocondo
35.2che star nel letto il verno accompagnato,
35.3ed or di state i poponi e 'l vin tondo.
36.1E colui si può ben chiamar beato,
36.2che il ciel gli ha dato un'arte ed un mestiero,
36.3che si faccia sedendo in ogni lato.
37.1Le donne in questa parte, e daddovero,
37.2hanno avuto più larga la natura,
37.3se drittamente si riguarda il vero;
38.1perch'a seder, se ben ponete cura,
38.2il più del tempo stanno allegramente:
38.3ed hanno anche una buona seditura,
39.1cioè, con che sedere agiatamente;
39.2perché mi par che gli abbia una gran grazia,
39.3chi sotto un grasso e grosso cul si sente;
40.1ma chi l'ha magro e strutto per disgrazia,
40.2con cert'ossi pagani, asciutti e secchi
40.3affatto mai di seder non si sazia;
41.1ché gli par proprio star sopra gli stecchi
41.2ogni po' po' che segga, ancor che stia
41.3sopra guanciali ben logori e vecchi.
42.1E così chi di mele ha carestia,
42.2sta male, e ben può dir ch'egli abbia addosso
42.3per sempre un'incurabil malattia.
43.1Or poi che lodat'ho quanto mai posso
43.2questo seder, mi par tempo a fornire,
43.3ben ch'il mio stil non gli abbia tocco l'osso.
44.1Pur sono stato il primo a far sentire,
44.2Niccolò caro, per vostra cagione,
44.3le lodi sue, a chi le vuole udire:
45.1e mi attengo alla vostra opinïone,
45.2che in cielo, o in terra, trovare, o vedere
45.3cosa nessuna possin le persone,
46.1né miglior, né più bella ch'il sedere.
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