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1.1Questi nostri poeti cicaloni
1.2possono andare a lor posta al bordello,
1.3poi ch'a me tocca lodare i coglioni.
2.1So ben che ci sarà qualche baccello,
2.2che vorrà dir prosuntuosamente
2.3ch'io abbia, a dir di lor, poco cervello:
3.1ma dove sia qualch'uom dabben presente,
3.2sarò scusato per molte ragioni,
3.3anzi tenuto savio veramente.
4.1Le Greche e le Latine nazïoni
4.2son abbondate d'uomini degni e rari,
4.3copiosi d'eloquenza e 'nvenzïoni.
5.1Ulisse, Achille, Enea son fatti chiari
5.2sola mercè di Vergilio o d'Omero,
5.3ch'a dir menzogne non ebber mai pari,
6.1e Giove e Marte e 'l faretrato arciero
6.2cantaron già con versi alti e sonanti,
6.3ma, com'or io, mai non trovaro il vero.
7.1Orsù, coglioni miei, fatevi avanti,
7.2ché di lodarvi ho più spasso e piacere
7.3ch'al sol di verno lung'Arno i furfanti.
8.1Facilmente può intendersi e vedere
8.2che l'uomo è certo il più degno animale
8.3che sia dal centro alle superne sfere:
9.1e fra' suoi membri il primo è 'l genitale:
9.2gli occhi, la bocca, e 'l cul nïente sono,
9.3questo vie più di tutti gli altri vale.
10.1A che sarebbe senz'esso l'uom buono?
10.2e questo poi, che varria similmente
10.3senz'aver de' coglioni il ricco dono?
11.1Ma la madre natura diligente
11.2ha fatto quei per crear l'uom perfetto,
11.3per che senza i coglion saria nïente.
12.1Che giova la memoria, o l'intelletto,
12.2a poter conservar la spezie umana,
12.3se s'acquistano gli uomini nel letto,
13.1o dove altrove sia? chi non ha sana
13.2la coglia in tutto, e' granei interi e saldi,
13.3faria per generare opera vana.
14.1Or dunque chi sarà quel che gli laudi,
14.2se fusse ben la stessa poesia,
14.3che l'onor loro in parte non defraudi?
15.1Vedete con quant'arte e maestria
15.2sono attaccati, da dire: e' cadranno,
15.3da poi ch'e' si dimenan tuttavia;
16.1e chi cercassi e ricercassi un anno,
16.2s'affaticheria in van per render chiari
16.3gli uomini a punto come quegli stanno.
17.1E così come noi sempre i danari
17.2'n un borsotto tenghiam, chiuso e serrato,
17.3per che sopr'ogni cosa ci son cari;
18.1così l'alma natura ha ordinato
18.2un borsotto ancor ella, ove si stia
18.3il suo tesor più caro e più pregiato.
19.1Fanno questi soave compagnia
19.2al tallo, ond'ei può gire alla sicura,
19.3che sempre all'uscio restan per ispia.
20.1Può chiaro ognun comprender che pon cura
20.2quanto più vaglia ognor mercé di questi
20.3una leggiadra e dolce abbracciatura.
21.1Ma per che troppo io non mi disonesti,
21.2gli uman coglion lodando, in altra parte
21.3volgerò i versi miei veloci e presti.
22.1Qui bisognerebb'empier mille carte
22.2per quei degli animai; ma brevemente,
22.3il me' che si potrà, dironne in parte.
23.1Seguir tra l'altre una fiera si sente
23.2da' cacciator con fatica e periglio
23.3per levargli i testicol solamente;
24.1ond'ella, accorta, fa nuovo consiglio,
24.2strappandosi i coglion, gli lascia loro;
24.3così fugge di morte il fero artiglio.
25.1Non è sì tosto con pena e martoro
25.2morto nello steccato, che si vede
25.3levar con furia la gran coglia al toro.
26.1Fannone i ghiotti manifesta fede,
26.2che non gli lascerebbon per danaio,
26.3però che questo ogn'altro cibo eccede.
27.1Volete voi veder s'io ciancio o abbaio:
27.2ché non si veggon come l'altra carne
27.3star aspettando 'n sul desco al beccaio?
28.1Molti ci son ch'usan guazzetti farne,
28.2che se ne cavan sì ghiotti bocconi,
28.3da lasciarne le tortore e le starne.
29.1Tolgasi il Berni a le pesche e' cardoni,
29.2che a me pare star ben per quella volta
29.3che io m'abbatto a trovar de' coglioni.
30.1Egli han tanta dolcezza in lor raccolta,
30.2ch'io più bramo e mi struggo di vedegli,
30.3che di fare i villan nuova ricolta.
31.1So dir ch'a chi non piacciono i granegli,
31.2nel vero è cosa più sgarbata e sciocca
31.3che l'andar raso e portare i capegli.
32.1Il dir di lor sì l'ugola mi tocca,
32.2che me gli par aver spesso fra i denti,
32.3tal che più volte in van chiuso ho la bocca.
33.1Ma de' coglion più degni ed eccellenti
33.2vo' cantar or, ché ne son di più sorti,
33.3che non ha pene l'inferno, e tormenti;
34.1e begli e brutti, ancor diritti e torti
34.2e grandi e grossi e piccini e mezzani
34.3e di mezzo sapore e dolci e forti;
35.1e molti c'hanno i piè, gli occhi e le mani,
35.2la bocca e 'l naso a punto divisati
35.3né più né men come sono i cristiani;
36.1certi vestiti van come soldati,
36.2altri da gentiluomini ho veduto
36.3e molti come sono i preti e' frati.
37.1Ma tra' più bei coglioni ho conosciuto
37.2certi che vagheggiar son consueti
37.3e di raso vestiti e di velluto.
38.1Questi giocondi se ne vanno e lieti
38.2dietro a' leggiadri lor lascivi amori:
38.3altri coglion ci son che son poeti.
39.1E non ha maggio tante foglie e fiori
39.2di quante sorti ce ne sono ancora,
39.3e pedagoghi e maestri e dottori.
40.1Ohimè! che dich'io? che chi è fuora
40.2di questo numer d'alta condizione,
40.3ha per nuovo miracol ch'ei non mora.
41.1E pur si trova qualche moccicone,
41.2che fa mal viso e mostrasi adirato,
41.3quando gli è detto alle volte coglione.
42.1Oh pazzo, sciocco, scimunito e 'ngrato!
42.2Se sì bel nome non ami ed adori,
42.3meglio saria per te non esser nato.
43.1Quanti uomini dabben, quanti signori
43.2sono oggi al mondo, che ne fan più stima
43.3che delle gran ricchezze e degli onori!
44.1Ed io folle, ahimè! con la mia rima
44.2temo alla fin di non mettergli al fondo,
44.3mentre ch'io tento di levargli in cima.
45.1Ma forse qualche stil raro e fecondo,
45.2si desterà mosso dal mio fral canto
45.3a far l'altre lor lodi chiare al mondo;
46.1sì ch'altr'onor, altra gloria, altro vanto
46.2riporterete, ed io con allegrezza
46.3mi resterò, coglion miei, da un canto
47.1godendo lieto della vostra altezza.
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