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1.1Io non posso pensar come si sia
1.2taciuto tanto tempo e tanto quello
1.3ch'or si mette a cantar la Musa mia:
2.1ché il ciel m'ha dato un suggetto sì bello,
2.2che posto al paragon con qual si voglia,
2.3fia come assomigliar l'oro all'orpello.
3.1Né prima ho messo il piè dentr'alla soglia,
3.2che ripensando al faticoso calle,
3.3mancar sento il poter, crescer la voglia.
4.1Quest'è troppo gran peso alle mie spalle,
4.2volendo, folle, a dir metter l'ingegno,
4.3la vera gloria e l'onor delle palle.
5.1E per ben ch'io conosca ch'a più degno
5.2spirto conviensi, chi me n'ha pregato
5.3fa ch'a dirne sicuro e lieto vegno;
6.1e sotto il nome suo alto e pregiato,
6.2farò le lodi lor chiare sentire
6.3dal basso centro al bel regno stellato.
7.1Né mai tal'opra crederei finire,
7.2Vico Salvetti mio, s'io non v'invoco
7.3in cambio a Febo, a darmi forza e ardire.
8.1Ma non vi paia, o gente sciocca, poco;
8.2dove si vide uom mai di sessant'anni
8.3che giucasse sì bene a questo giuoco?
9.1La palla è giuoco allegro e senza inganni,
9.2e giusto sì, che se ne tien ragione,
9.3com'a chi compra, o vende drappi, o panni;
10.1e come anche son varie le persone,
10.2sono a noi vari i suoi giuochi dimostri,
10.3alla grossa, alla piccola, al pallone,
11.1alla corda e co' trespoli e ne' chiostri;
11.2ma più mi par che s'usi e si confacce,
11.3giucare al tetto ne' paesi nostri,
12.1dove si fan gran colpi e lunghe cacce;
12.2però diletta a molti, ma più giova
12.3il giuoco della palla alle due facce.
13.1Ha questo seco una dolcezza nuova,
13.2che non l'han, gli altri e non lo crederia
13.3chi non n'avesse già fatto la prova.
14.1Ben, alle qualch'altro giuoco ancor ci sia,
14.2e questo più bramato dalla gente,
14.3che da chi incetta il gran, la carestia.
15.1Ma questo e tutti gli altri son niente
15.2press'a un altro, che tal è fra loro,
15.3qual'è fra l'altre stelle il sol lucente.
16.1Questo è sì vago e sì degno lavoro,
16.2che non si può agguagliarlo a cosa alcuna,
16.3se già non fusser dell'eterno coro.
17.1Né s'è trovato ancor sotto la luna,
17.2chi ben l'intenda, se non Fiorentini,
17.3e per questo più grazia in lui s'aduna.
18.1Taccino insieme i Greci ed i Latini,
18.2perché giamai non vide Atene e Roma
18.3spettacoli sì belli e pellegrini.
19.1Nuovo abito e color, nuova idioma
19.2quest'ha dagli altri e trovasi in Fiorenza,
19.3che Calcio è detto, e Calcio ognun lo noma.
20.1Vuol questo molte parti aver; ché senza
20.2alcuna d'esse, si farebbe oscura
20.3la fama sua, ch'è di tanta eccellenza.
21.1Bisogna alla stagion prima por cura,
21.2ché non sempre si giuoca, e dopo andare
21.3con ordine, con regola e misura.
22.1Così perché non puote ognun giucare,
22.2ché nol fa ben se non la gente avvezza,
22.3uomini abili ed atti a ritrovare.
23.1Richiede sopratutto giovinezza;
23.2perch'assai più che sperienza, vale
23.3animo, gagliardia, lena e destrezza.
24.1Quest'è un esercizio fatto tale,
24.2chi vecchi abbaiar possono a lor modo,
24.3che sempre giucheranno poco e male;
25.1perché non giova dire: io fui già prodo,
25.2io feci, io dissi, e poscia al paragone
25.3restar come colui ch'è colto in frodo.
26.1Insomma voglion per questa cagione
26.2giovini tutti e ben fatti ugualmente
26.3essere a questo giuoco le persone.
27.1Buone gambe e buon occhio parimente
27.2a quei ch'inanzi van, par si richiedino,
27.3e che gagliardi sien tra l'altra gente.
28.1Gli sconciator, che dopo lor succedino,
28.2bisogna molto avvertir nello scegli,
28.3che tutti gli altri di fortezza eccedino;
29.1perch'il pondo consiste quasi in quegli
29.2del Calcio tutto, e poi dopo i datori
29.3destri sieno e veloci come uccegli.
30.1Ma perché più s'inalzi e più s'onori,
30.2o divisa o livrea se li conviene,
30.3di variati, leggiadri e bei colori.
31.1Pur senza ancor si fa, ma non mai bene
31.2come a divisa; il veder vago mostra
31.3ch'ogni bellezza in questo si contiene.
32.1L'aria ridente e lieta si dimostra,
32.2quando venir si veggon poi 'n sul prato
32.3a coppia a coppia insieme a far la mostra;
33.1e mentre che gli aggiran lo steccato,
33.2si sente intorno di vari strumenti
33.3un suon, che par ch'il mondo sia rinato.
34.1Uomini e donne stanno lieti e 'ntenti
34.2a rimirar per l'alta ammirazione,
34.3e di stupor ripiene hanno le menti;
35.1quando dopo non molto si dispone
35.2che cominciar si debbe il Calcio, e 'ntanto
35.3ciascuno al luogo suo si mette e pone.
36.1Ma per ch'ognuno aspetta, il pregio e 'l vanto,
36.2i colpi, i modi e i tempi a ricordare
36.3si sforzano i maestri d'ogni canto:
37.1questi seguir, quei debbino schifare,
37.2come e 'n che parte, e chi corra e chi stia,
37.3altri debb'ire innanzi, altri sconciare,
38.1e chi per questa e chi per altra via,
38.2alla palla, al nemico, al fallo badi,
38.3altri la lasci andare, altri le dia:
39.1e dove spessi sieno e dove radi;
39.2ma sopratutto ch'al suo luogo attenda
39.3ciascun, secondo l'ordin fatto e gradi.
40.1Come talor che fuor di muro, o tenda,
40.2l'un esercito incontro all'altro è posto,
40.3ch'ognuno aspetta ch'il nimico offenda,
41.1e sol gridi e minacce di discosto
41.2s'odono allor; ma come il primo muove
41.3gli altri di poi gli seguon dietro tosto:
42.1così costoro, accinti all'alte prove,
42.2sospesi stan mirando, ognuno attento
42.3come al nimico nuoca ed a sé giove.
43.1Ma come l'è battuta, in un momento
43.2di qua, di là, con alta meraviglia
43.3si veggono infuriati darvi drento;
44.1e 'n un tratto ogni cosa si scompiglia,
44.2e gridar s'ode l'una e l'altra parte:
44.3lascia andar, tieni, sconcia, para e piglia
45.1Deh! com' a mirar giova a chi in disparte
45.2agiato stassi, l'allegre contese,
45.3dove un mostra la forza, un altro l'arte!
46.1Ma il bell'è quand'e' vengono alle prese,
46.2che van sossopra, onde si veggon spesso
46.3otto, o dieci persone in terra stese.
47.1E molte volte un giovine e concesso
47.2di toccar ad un pover compagnetto,
47.3ch'in altro mo' non gli saria mai presso.
48.1Quest'è un largo dono, un gran diletto,
48.2che se v'è alcun tra gli altri che ti piaccia,
48.3tu 'l segui tanto che vieni all'effetto;
49.1poi fai le vista ch'ei ti sconci o impacci,
49.2in tanto le sue membre vaghe e belle
49.3a dispetto del ciel stringi ed abbracci.
50.1Sempre la palla in queste parti, e 'n quelle,
50.2or terra terra andar ratta si vede,
50.3or par che vogli trapassar le stelle;
51.1or l'una parte l'altra tanto eccede
51.2che non par che vi possa esser rimedio,
51.3poi 'n uno stante nel contrario riede.
52.1Forse col lungo dir anchi' io v' attedio,
52.2com'intervien d'una caccia talvolta,
52.3che spesso a' circostanti viene a tedio.
53.1Non fa prima la palla in terra colta,
53.2che la si vede con rabbia e furore
53.3tosto da i giucator presa e raccolta;
54.1e qualcun che fra gli altri è corridore,
54.2ne va con essa in fin quasi al fin giunto,
54.3poi inciampa e casca in sul bel dell'onore,
55.1perché gli è da nimici sopraggiunto:
55.2poi per forza d'un pugno all'altra banda
55.3la palla è quasi in un medesmo punto.
56.1Tosto l'altro datore in su la manda,
56.2quell'altro la ripiglia e 'n un baleno
56.3dall'altro canto a furia la rimanda.
57.1Io lascerò pel dolce aer sereno
57.2in su e 'n giù la palla irsene a volo
57.3e de' bei giucatori il prato pieno;
58.1così di vaghe donne un lieto stuolo,
58.2che danno più che il sol splendore al giorno
58.3col chiaro lume de' begli occhi solo,
59.1e cuopron le finestre intorno intorno
59.2e fan parere il lieto giuoco ancora
59.3con la lor vista più leggiadro e adorno:
60.1e voi mi scuserete che per ora
60.2le rime mie non muoverè più avante,
60.3tanta dolcezza sento dentro e fuora.
61.1La palla in ciel fra l'altre cose sante
61.2si rimarrà, abbiate pacienza,
61.3per ch'io non son di farla esser bastante
62.1e così può pigliar, chi vuol, licenza.
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