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1.1Dopo 'l dormir, dopo 'l mangiare e 'l bere,
1.2o simil altre cose a queste uguali,
1.3che fanno gli uomini vivi mantenere,
2.1ce ne son poi cert'altre universali,
2.2che noi possiam con esse o senza fare,
2.3e ci dan molti beni e molti mali:
3.1come saria, verbigrazia, il giucare,
3.2o vogliam dir la caccia, o lo schermire,
3.3che posson spesso nuocere e giovare.
4.1E noi possiamo e vivere e morire,
4.2Raffael, senza giuoco, scherma, o caccia;
4.3non mi vogliate questo contradire.
5.1Ma non si può trovar cosa che piaccia,
5.2o giovi più che bagnarsi la state
5.3piè, gambe, cosce, corpo, spalle e braccia.
6.1Per questo ritrovò l'antica etate
6.2i bagni, e noi le stufe ancora abbiamo;
6.3ma sono in questi giorni abbandonate.
7.1Non fu trovato mai, presso o lontano,
7.2spasso più degno e di tanta eccellenza,
7.3quanto è 'l bagnar, ch'a lodar posto ho mano.
8.1Voi altri fiumi abbiate pacïenza,
8.2rivi e ruscelli, e 'n pace sopportate,
8.3che sol convien lodar Arno in Fiorenza.
9.1Chi ha l'acque malsane, o mal purgate,
9.2o fredde, o crude: o corre troppo, o poco:
9.3o non ha ripe, o sponde accomodate.
10.1Né si trova anche altrove o stanza o loco,
10.2ove l'uom possa avere in un momento
10.3e brache e sciugatoi e letto e fuoco.
11.1E però resti ogni fiume contento:
11.2ogni lago, ogni fonte si dia pace;
11.3mentre che a lodar Arno io sono intento.
12.1L'util sempre o 'l diletto è quel che piace;
12.2ma quando aver si pon tutt'e due insieme,
12.3è come aver la dovizia e la pace.
13.1Son nel bagnarsi utilitadi estreme:
13.2la prima cosa, s'impara a notare;
13.3onde poi d'affogar altri non teme.
14.1Bisogna a chi ci vive travagliare,
14.2e far viaggi; onde chi nuota bene,
14.3ne va sicuro per terra e per mare.
15.1Che giova più, che può far maggior bene,
15.2che l'acqua d'Arno alla complessïone,
15.3allo stomaco, al corpo e alle schiene?
16.1I magri ingrassa, e le grasse persone
16.2ristora a parte a parte, rinfrescando
16.3lor, con gran gioia, il fegato e 'l polmone.
17.1Quando ella è buona e stagionata, quando
17.2non trae, o poco, vento, ir vi bisogna,
17.3e leggermente andarsi disguazzando.
18.1Allor guarisce guidaleschi e rogna
18.2e le morici ed altri mali ancora,
18.3che a dirgli forse parrebbe vergogna.
19.1Chi va ad Arno e non se n'innamora,
19.2secondo me, si può ben dir che sia
19.3del ver nimico, e di sé stesso fuora.
20.1Chi vuol passar martello e fantasia,
20.2o 'l sonno, o 'l caldo, o le mosche fuggire,
20.3ogni dì parecchie ore in Arno stia.
21.1Chi non potesse o mangiare o dormire,
21.2stia pur nell'acqua assai, ch'io gli prometto
21.3che prestamente si vedrà guarire.
22.1Or ne vien dopo l'utile il diletto,
22.2ch'è grande e dolce; tal che molti stanno
22.3più volentier nell'acqua che nel letto.
23.1E questi son color che notar sanno,
23.2gagliardi e forti, ch'a guisa di pesce,
23.3con mano e piè l'acqua trattando vanno.
24.1Chi salta, e chi si tuffa, e chi rïesce
24.2lontan: chi va rovescio, e chi passeggia:
24.3e chi entra nell'acqua, e chi fuor esce.
25.1Ognun il me' che può lì si maneggia,
25.2guazzando e rinfrescandosi per tutto,
25.3mentre che l'acqua intorno intorno ondeggia.
26.1Non riman quasi né giovin né putto,
26.2che 'l giorno non vad'Arno a ritrovare:
26.3se già non è qualche rognoso o brutto.
27.1La maggior parte vien per imparare;
27.2ma se non sono o fanciulli o garzoni
27.3lor non si trova chi voglia insegnare.
28.1Lascia allor fare a certi lumaconi,
28.2che chi non può pigliar la perdonanza,
28.3non gli è vietato andare agli stazzoni.
29.1È stato sempre questa costumanza,
29.2che all'acqua sia, e in Arno feriato,
29.3non so già, s'ell'è buona, o trista usanza.
30.1Basta, ch'ognuno è tocco e brancicato,
30.2o bello, o ricco, e' non vi si pon cura:
30.3chi s'adirasse, sarebbe uccellato;
31.1però vi si procede alla sicura.
31.2Guardate or voi, se quivi un compagnetto
31.3fa la sua mano, e s'egli ha gran ventura.
32.1Chi vuol tosto imparar, senza sospetto
32.2d'affogar, vada ove sia gente assai:
32.3questo è tra gli altri modi il più perfetto.
33.1E certi, che parer voglion d'assai,
33.2fuggendo le persone, affogan spesso:
33.3o veramente non imparan mai.
34.1Giovini, fate d'aver sempre presso
34.2qualche persona valente e fidata,
34.3di questi notator, che sono adesso.
35.1Scherzar nell'acqua e fuori alcuna fiata
35.2giostrando e combattendo, assai diletta,
35.3e piace sommamente alla brigata.
36.1Chi vuol la sua persona bella e schietta
36.2mostrare: e chi destrezza e gagliardia:
36.3ed altri, com'egli è, roba perfetta;
37.1poi correndo e scherzando tuttavia,
37.2saltar nell'acqua, l'un l'altro tuffando,
37.3beato chi più ha forza e balia!
38.1Ma poscia, come il sol viene abbassando,
38.2lavati e rinfrescati balzan fuori,
38.3e vannosi vestendo e rasciugando.
39.1Allora i gentiluomini e i signori
39.2son conosciuti: e gli altri stan da parte,
39.3che non hanno cavalli e servitori.
40.1Ma chi potrebbe or dir la minor parte
40.2del piacer, che si gusta, e del sollazzo,
40.3poi mangiando e bevendo in altra parte?
41.1Chi non è goffo, o veramente pazzo,
41.2l'ordin ha fatto, ché chi d'Arno viene,
41.3mangerebbe le chiappe al Gramolazzo.
42.1Voi sopratutto la 'ntendete bene,
42.2ch'oltre al cavallo e a' servidor, tornate
42.3a casa sempre accompagnato bene;
43.1là dove in punto e in ordin ritrovate
43.2poponi eletti e vino ottimo in fresco,
43.3e vivande ben fatte e stagionate.
44.1Poi mangiando e bevendo da Tedesco,
44.2senza disagio alcun voi ben potete
44.3la sera trattener le genti al fresco.
45.1Or voi che d'Arno innamorati sete,
45.2e piacevi 'l mangiare, il ciel pregate
45.3(e questa grazia sola gli chiedete)
46.1che faccia d'ogni tempo essere state.
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