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1.1Gia fe' la rabbia de' giganti altera
1.2a forza salir monte sopra monte,
1.3per accostarsi alla celeste spera,
1.4e fare a i sommi Dei vergogna ed onte;
1.5ma, fulminando, Giove di maniera
1.6percosse a chi le spalle, a chi la fronte,
1.7che tutti al fin restar di vita privi,
1.8e poi bertucce ritornaron vivi.
2.1Ma ora un gobbo, poeta Pisano,
2.2da certi gigantacci, sgangherati
2.3ha fatto a' Dei togliere il ciel di mano,
2.4tal che pel duol si sarian fatti frati;
2.5se non che dal valor del popol nano
2.6l'altro dì fur difesi e liberati,
2.7con modi, non so già, se begli o buoni;
2.8ma chi lo crede, Dio glie ne perdoni.
3.1Onde per questo un'altra turba infesta
3.2surta è di nuovo, altera e disdegnosa;
3.3ciurma, gente o genia simile a questa
3.4non fu giamai cantata in versi o in prosa:
3.5la qual notte e dì sempre mi molesta,
3.6che di lei canti con rima orgogliosa;
3.7ond'io forzato sono a questa volta,
3.8di scriverne, cantando a briglia sciolta.
4.1Ma dove andrò per chi favor mi dia,
4.2se gli Dei son da meno or che i mortali?
4.3Già non piegherò in giù la fantasia
4.4a ritrovar gli spiriti infernali.
4.5Divota dunque a voi la Musa mia
4.6si volge, o mostri invitti ed immortali:
4.7date sussidio e soccorso al mio canto,
4.8mentre di voi l'opere orrende io canto.
5.1Non per arte di streghe, o per incanti
5.2s'ingenerar questi mostri villani;
5.3ma fegli la natura tutti quanti,
5.4contro a sua voglia, sì feroci e strani:
5.5molti han la testa e i piè come giganti
5.6nel resto poi sono sparuti e nani:
5.7chi ha due capi, tre piedi e tre braccia
5.8chi d'assiuolo, e chi di bue la faccia.
6.1Ma per che si dirà di mano in mano
6.2le lor fattezze, quando tempo sia;
6.3i nomi e l'armi e quel ch'egli hanno in mano
6.4restin da parte omai, vengasi al quia.
6.5Or per che 'l mio cantar non segua in vano,
6.6sappiate che di questa baronia,
6.7quei sono i più gagliardi e i più saputi,
6.8ch'hanno dietro la coda, e son cornuti.
7.1Nell'Affrica diserta, abbandonata,
7.2ove Caton fu per morir di sete,
7.3una pianura è grande e sterminata
7.4quanto con gli occhi mai guardar potete;
7.5quivi la setta già de i mostri armata
7.6minaccia il ciel, le stelle e le comete,
7.7e vuole, innanzi che ne venga il verno,
7.8disfare il cielo, e rovinar l'inferno.
8.1E Finimondo, ch'è lor capitano,
8.2affetta, taglia e squarta a più potere:
8.3questo dal mezzo in suso è corpo umano,
8.4da indi in giuso è poi lupo cerviere:
8.5e per ch'egli ha due visi come Giano,
8.6può innanzi e 'ndietro a sua posta vedere,
8.7senza voltarsi: e non vi paia poco;
8.8e l'armadura sua tutta è di fuoco.
9.1Scambio di spada egli ha una facellina,
9.2dove sta sempremai la fiamma accesa:
9.3con essa mette ogni cosa a rovina,
9.4che non se gli può far schermo o difesa;
9.5lo scudo è una chiocciola marina,
9.6in cui dipinto ha la sua bella impresa:
9.7dove, nel campo azzurro fra due porte,
9.8il diavolo è che strangola la morte.
10.1Non adoprò costui giamai destriero,
10.2per ch'egli ha quattro piè come un cavallo
10.3poi è nel corso sì presto e leggiero,
10.4che cosa alcuna non puote agguagliallo:
10.5un altro mostro appresso ardito e fiero,
10.6dopo il gran Finimondo entra nel ballo,
10.7ch'acquistò già cogli Orchi eterna fama,
10.8e Radigozzo per nome si chiama.
11.1Costui di porco ha il viso; ma la testa
11.2cornuta è dopo a guisa di montone:
11.3il petto e 'l corpo, che par fatto a sesta:
11.4e le braccia son poi d'uccel grifone:
11.5l'avanzo delle membra, che gli resta,
11.6fate conto che sia di storione,
11.7dalle cosce, le gambe e i piedi in fuori,
11.8che son di nibbi, di gufi e d'astori.
12.1Cavalca per destriere un uccellaccio,
12.2ch'è quasi grande com'un liofante:
12.3ha l'armadura sua tutta di diaccio,
12.4della qual s'arma dal capo alle piante.
12.5Costui non vuol che gli sia dato impaccio;
12.6per ch'è superbo, altiero ed arrogante:
12.7e nell'insegne porta, e in sul cimiere
12.8il sollion, che si mette il brachiere.
13.1Non porta scudo, né spada, né lancia,
13.2come facevan già gli antichi eroi;
13.3ma colle zampe altrui dona la mancia,
13.4armate d'ugna, che paion rasoi.
13.5Un altro poi, che sempre ride e ciancia,
13.6e tutti allegri sono i gesti suoi,
13.7seguita dopo benigno e soave,
13.8che si fa nominare Pappalefave.
14.1È grosso e grasso come un carnasciale,
14.2fresco nel viso, e va sempremai raso:
14.3un bel capone ha grande e badïale,
14.4che fatto nella madia pare a caso:
14.5i piedi solo ha di quello animale,
14.6che fe' volando il fonte del Pegaso:
14.7ed è armato dal capo al tallone
14.8di pelle rosolata di cappone.
15.1Di spada ha in vece, o di baston ferrato,
15.2uno stidion, non già da beccafichi,
15.3ma da infilzare ogni grosso castrato:
15.4con questo facea gli uomini mendichi;
15.5mena di punta, ed arebbe passato
15.6un monte, non di pesche né di fichi,
15.7ma di diamanti: e nello scudo avea,
15.8e per cimiere un Lanzi che bevea.
16.1Dopo costui seguiva Malandrocco,
16.2che piedi e cosce e busto ha di serpente;
16.3ma capo e collo e viso ha poi d'allocco,
16.4e le braccia e le man, chi pon ben mente,
16.5paion là di quegli uomin del Marrocco,
16.6neri e piccin, ma son gagliarda gente:
16.7un toro ha per destrier, che salta e sbuffa:
16.8e l'armadura sua tutta è di muffa.
17.1Ha per sua spada in mano una scoreggia,
17.2la quale ognun fuggiva volentieri:
17.3l'arcobaleno, che Giove scoreggia,
17.4portava nello scudo e per cimieri.
17.5Forasiepe, che pare una marmeggia,
17.6vien dopo a questi mostri orrendi e fieri,
17.7che 'l capo ha sol di tigre, e 'l resto è tutto
17.8d'un omaccin sparuto, secco e brutto.
18.1Costui è traditore e mariuolo
18.2e becco e ladro e soddomito e spia:
18.3va fuor di notte il più del tempo e solo,
18.4avendo in odio assai la compagnia;
18.5porta, scambio di spada, un punteruolo,
18.6col quale ha fatto intera notomia,
18.7a forar trippe: e dal capo alle piante
18.8armato è tutto di carta sugante.
19.1Per cimier porta il tristo, e nello scudo
19.2dipinto e sculto maestrevolmente
19.3sopra una torre un fraccurrado ignudo,
19.4che ride e tien per la coda un serpente.
19.5Un altro mostro dispietato e crudo
19.6seguita dopo questo immantanente,
19.7ch'è uomo e donna e lionessa e cane,
19.8e chiamasi il superbo Sparapane.
20.1Di nebbia ha la panziera e 'l corsaletto,
20.2la corazza, le falde e gli stinieri:
20.3di nebbia ancora i bracciali e l'elmetto,
20.4coll'altre armi, ch'a lui fan di mestieri:
20.5ha per sua impresa un idolo in farsetto:
20.6e mena una giraffa per destrieri:
20.7non porta spada o scimitarra allato,
20.8ma in quella vece adopra un coreggiato.
21.1Un altro mostro feroce e gagliardo
21.2vien dopo lui, pien d'ira e di furore,
21.3mezzo gigante e mezzo liopardo,
21.4armato tutto quanto di savore:
21.5costui per nome è detto Succialardo,
21.6che per insegna porta a grande onore
21.7sopra l'elmetto e nel scudo dipinto
21.8Febo, che porta a pentole Ghiacinto.
22.1Nella man destra un paio di vangaiuole
22.2tiene, e nella sinistra un frugatoio:
22.3fa con quest'arme pazza ciò ch'ei vuole,
22.4mettendo questo e quel nel serbatoio.
22.5Guazzaletto, che fa poche parole
22.6e molti fatti, ma nello scrittoio,
22.7vien dopo: e della guerra ha poca pratica,
22.8tenendo scuola a i mostri di gramatica.
23.1Pecora è tutto quanto da un lato,
23.2dall'altro è mezzo arpia, mezzo civetta:
23.3è di cuiussi tutto quanto armato,
23.4che non gli passerebbe una saetta:
23.5e porta nello scudo divisato
23.6un pedante, ch'uccella alla fraschetta:
23.7ha per spada un tocco grosso in mano,
23.8di quegli ch'ammazzar già San Casciano.
24.1Struggilupo ne vien dopo costoro
24.2tanto crudel, ch'io mi vergogno a dillo:
24.3le cosce, e 'l petto e 'l corpo ha di castoro,
24.4da indi in giuso è tutto coccodrillo;
24.5ma le braccia e la testa ha poi di toro:
24.6furioso sì, che par ch'abbia l'assillo
24.7in corpo, dico, e per cacciarlo fuora,
24.8rompe ogni cosa, straccia, spezza e fora.
25.1Il suo destrieri è 'l caval Pegaseo,
25.2per batter l'ale e per correre intento:
25.3indosso ha tutte l'armi di Perseo,
25.4che (come scrive Ulisse) fur di vento:
25.5ha per insegna la lira d'Orfeo,
25.6che gli lasciò Catullo in testamento:
25.7e quella, come sia sua duce e scorta,
25.8sempre nel scudo e sopra l'elmo porta.
26.1Scambio di stocchi, spade e mazzafrusti
26.2di gru porta una penna temperata:
26.3con essa mena colpi aspri e robusti:
26.4con essa uccide e storpia la brigata.
26.5Dopo costui tra i più grossi e i più giusti,
26.6vien Fieramosca, una bestia incantata:
26.7gigante è tutto, eccetto ch'ha la faccia
26.8d'asino ed ha tre piedi e quattro braccia.
27.1Dilettasi costui d'uccelli e cani;
27.2però ch'ei caccia e volentieri uccella:
27.3non porta spada od altro nelle mani,
27.4ma colle pugna gli uomini sfragella,
27.5menando mostacciate da cristiani,
27.6a cui non giova elmetto, né rotella:
27.7caval non vuol, né insegna, né armadura,
27.8tanto si fida e in sé stesso assicura.
28.1Salvalaglio vien dopo giovinetto,
28.2un mostro veramente bello e vago:
28.3ha di donzella i fianchi, il corpo e 'l petto,
28.4il resto è tutto poi di verde drago,
28.5eccetto il volto, ch'è d'un angeletto
28.6biondo e ricciuto: ha propriamente immago,
28.7di liocorno: un corno ha per sua spada,
28.8e l'armadura fatta di rugiada.
29.1Non ebbe Croco mai, non ebbe Adone,
29.2né sì gentil, né sì candido viso:
29.3saria potuto stare al paragone
29.4del bel Ghiacinto e del vago Narciso.
29.5Giove gli volle già dare il mattone;
29.6ma fu per rimanerne al fin conquiso:
29.7porta nel scudo, e sopra l'elmo fido
29.8in una gabbia ritrosa Cupido.
30.1L'ultimo al fin di tutti Guastatore
30.2ne viene in atto villano e feroce:
30.3costui co i gridi altrui dava la morte,
30.4tanto avea fiera e spaventevol boce:
30.5l'arebbe il re Bravier, di lui men forte,
30.6fuggito, come fa il diavol la Croce;
30.7ma poco grida la bestia superba,
30.8ch'all'ultimo bisogno lo riserba.
31.1Però che in scambio di spada o bastone
31.2portava dì e notte sempre allato
31.3un grande e grosso e ben fatto panione,
31.4che gli ha già mille palme, e mille dato:
31.5e per insegna nel suo gonfalone
31.6di seta e d'oro aveva divisato
31.7Venere, che cavalca una testuggine:
31.8e l'armadura sua tutta è di ruggine.
32.1Di cerbia ha il collo, la gola e la testa,
32.2l'avanzo poi è tutto d'uom salvatico.
32.3Or qui de' mostri fieri ha fatto testa
32.4il popol tutto di combatter pratico:
32.5e pien di rabbia, d'ira e di tempesta
32.6bestemmia il ciel, per ch'è pazzo e lunatico:
32.7e 'n vista tale appare orrenda e scura,
32.8che farebbe paura alla paura.
33.1Dodici sono, ed ognuno è di mille
33.2mostri strani e diversi capitano:
33.3Orlando taccia qui, stia cheto Achille,
33.4nascondisi Ruggier, fugga Tristano:
33.5fiamme gettan costor, non pur faville,
33.6rimbomba d'alte grida il monte e 'l piano;
33.7tal che gli Dei con gran timore stanno,
33.8aspettando di corto scorno e danno.
34.1E ben che 'l re famoso de i pimmei
34.2sia in loro aiuto, e i nani trionfanti;
34.3Saturno, ch'è 'l più vecchio fra gli Dei,
34.4veggiendo stare il cielo in doglie e 'n pianti
34.5rivolto a Giove disse: «Io loderei
34.6che tu tornassi vivi i fier giganti,
34.7e torgli in tuo soccorso, per ch'io veggio
34.8che 'l mal ne preme e ne spaventa il peggio.
35.1Tu sai come Fialte e Briareo,
35.2cogli altri lor fratei gagliardi furo;
35.3se ti sovvien del caso acerbo e reo,
35.4quando appena da lor fu il ciel sicuro:
35.5or se tu torni vivo Campaneo
35.6con tutti gli altri, e qui nel chiaro e puro
35.7regno gli metti armati in tuo favore,
35.8danno non dei temer né disonore».
36.1Piacque a tutti gli Dei generalmente
36.2quel buon consiglio di quel vecchio santo.
36.3Or chi brama d'udire interamente
36.4la bella storia, che segue il mio canto,
36.5stiagli fitto attraverso nella mente
36.6di venirmi a scoltar nell'altro canto,
36.7dove cose di fuoco e di saette,
36.8di tremuoti e di vento saran dette.
37.1Voi sentirete prima come Giove
37.2tornò vivi i giganti in un momento:
37.3e come quegli poi, per far gran prove,
37.4dieron co i nani le bandiere al vento,
37.5e n'andaro a trovare i mostri, dove
37.6la terra e l'aria empievon di spavento;
37.7ma gli Dei, stando pur sodi al macchione,
37.8restaro in ciel a far fare orazione.
38.1Ma non valse nïente, per ch'al fine,
38.2dopo una zuffa fiera e maladetta,
38.3quelle anime gentili e pellegrine
38.4de i giganti e de i nani ebber la stretta.
38.5Questa non fu delle maggior rovine,
38.6che sia stata giamai veduta o letta;
38.7poi che i nani e i giganti restar tutti,
38.8nel sangue involti, imbrodolati e brutti.
39.1Laonde i mostri poi vittorïosi
39.2Inverso il ciel presero a camminare:
39.3dove gl'Iddei tremanti e paurosi
39.4avean disposto di non gli aspettare:
39.5e per vïaggi incogniti e nascosi
39.6s'eran fuggiti, e senza altro indugiare,
39.7tutti quaggiuso ne i paesi nostri,
39.8lasciando voto il ciel in preda a i mostri.
40.1E così sotto forme varie e strane
40.2tra noi si stanno pien di passione:
40.3chi pare un lupo, e chi somiglia un cane:
40.4chi s'è fatto giovenco, e chi montone:
40.5Febo s'è convertito in pulicane,
40.6Venere in lepre, e Marte in un pippione,
40.7Giove in bertuccia: e con doglia infinita
40.8van qui e qua buscandosi la vita.
41.1Al fine intenderete per qual via
41.2i mostri se ne andaro in paradiso:
41.3come preser di quel la signoria,
41.4dov'or si stanno in festa, in canto e 'n riso;
41.5onde più tempo già la carestia,
41.6i venti e l'acqua il mondo hanno conquiso,
41.7né tra dicembre e maggio è più divario,
41.8e par che vada ogni cosa al contrario.
42.1Or qui si potrian dir sei belle cose;
42.2ma forza m'è tener la bocca chiusa;
42.3per che certe maligne e cancherose
42.4persone poi mi fanno cornamusa:
42.5e travolgono i versi e le mie prose
42.6più stranamente che Circe o Medusa
42.7non fer le genti già nel tempo antico;
42.8ond'io mi taccio, e null'altro ne dico.
43.1Ma pensate da voi, buone persone,
43.2sendo ora il ciel da i mostri governato,
43.3che possono ir l'anguille a pricissione,
43.4e le lumache e gli agli far bucato:
43.5hanno fatto la pace di Marcone
43.6la penna, l'ago, la scuola e 'l mercato:
43.7tal che la ciurma fa rammarichio:
43.8intendami chi può, ch'i' m'intend'io.
44.1Ma per non far più lunga intemerata,
44.2a voi mi rivolgo or, padre Stradino,
44.3e prego voi pel vostro Consagrata,
44.4per Namo di Baviera e per Mambrino,
44.5per l'Accademia che vi fu rubata,
44.6per l'anima di Buovo paladino,
44.7che voi abbiate cura a questo, intanto
44.8ch'io compongo e riscrivo l'altro canto.
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