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1.1Con le lagrime agli occhi a scriver vengo,
1.2Pierone, a voi i travagli e gli affanni,
1.3e le nostre miserie e i nostri danni.
1.4Saper dovete ch'Arno,
1.5non già tranquillo, lieto, dolce e chiaro,
1.6ma tempestoso, torbido ed amaro,
1.7quasi empio rio tiranno
1.8corse, ma non indarno,
1.9anzi con tanta furia,
1.10che non fe' solo alle sue rive ingiuria,
1.11ma gran paese messe a saccomanno,
1.12menando via coll'onde irate e fiere,
1.13vigne, poderi e case intere intere,
1.14senza aver discrezione
1.15di bestie e di persone:
1.16né manco ebbe riguardo o riverenza,
1.17ché tutta intrise e imbrodolò Fiorenza;
1.18anzi le rovinò botteghe e case
1.19e chiese e monasteri e logge e ponti;
1.20tal che poco rimase,
1.21che non sentisse i suoi crudeli affronti.
1.22Ma questi, ch'io v'ho conti
1.23danni infiniti, e mille altre rovine,
1.24sarebber poco alfine,
1.25se non avesse l'empio scellerato
1.26quel ponte rovinato,
1.27ch'il nome tien dal trino e uno Dio;
1.28là dove voi ed io,
1.29il Lottino e 'l Fortino,
1.30e Bastiano e Visino,
1.31e Betto Arrighi e Simon della Volta
1.32dicevamo improvviso a briglia sciolta.
1.33E dopo a rimirar le vaghe e belle
1.34in ciel lucenti stelle,
1.35ch'al fermo polo van girando intorno,
1.36stavamo quasi fino al nuovo giorno.
1.37L'Arrigo ci mostrava il Carro e 'l Corno,
1.38i Mercatanti, il Ladro ed Orïone,
1.39il Cancro e lo Scorpione,
1.40la Libra e 'l Sagittario,
1.41i Gemini e l'Aquario,
1.42che veder non si pon se non la notte.
1.43E dove spesso poi cert'altre dotte,
1.44con altri cari amici
1.45al fresco ragionando,
1.46disputando e burlando,
1.47menava i giorni miei lieti e felici,
1.48senza che mai non era,
1.49che tra mattino e sera
1.50non lo passassi almen sei volte il giorno;
1.51ed or sovente vi torno e ritorno,
1.52e me gli aggiro intorno.
1.53Ma quando sì mal concio e guasto il miro,
1.54non pur piango e sospiro,
1.55ma bestemmio e m'adiro,
1.56maledicendo il ciel e l'acqua e 'l vento;
1.57e tanta pena sento,
1.58ch'io esco quasi di me stesso fuori.
1.59Pur fra tanti dolori,
1.60fra tanti mali, un po' di ben m'aita,
1.61questo mi tiene in vita;
1.62ch'io ho ferma speranza un dì vedello,
1.63e meglio inteso e maggiore e più bello.
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