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CXLVII. PER UN ESEMPLARE DEL SERMONE SULLA MITOLOGIA SCRITTO IN BEL CARATTERE DA BELLA MANO.

Le poesie liriche

PoeTree.it

1.1Parto d'irato ingegno,
1.2Sermon mio meschinello,
1.3Magro esangue deforme anzi che bello
1.4Io ti temeva, e degli sguardi indegno
1.5Del mio severo amico
1.6Carlo, re dell'onore, e senno antico.
1.7Or donde avvien che brutto
1.8Più non mi sembri, e tutto
1.9Da quel di pria diverso
1.10Gaio mi splendi e ben nutrito e terso?
1.11Dond'è?... Ma folle! che vaneggio adesso?
1.12Tu sei sempre lo stesso:
1.13E parer ti fa bello
1.14La man che ti trascrisse, o meschinello;
1.15Magica man, che, quando
1.16Sulle corde sonore
1.17Scorre maestra, altrui rapisce il core.
1.18Di tanto onor superbo
1.19Rispondi dunque a chi ti morde acerbo
1.20— Me rigido sermon, ma per dispetto
1.21Da certa gente detto
1.22Classica ciancerulla,
1.23Angelica fanciulla
1.24Esemplò di suo pugno; e dal sereno
1.25De' suoi begli occhi scese
1.26La virtù che mi rese
1.27Degno d'un guardo del severo amico
1.28Carlo, re dell'onore, e senno antico. —
1.29Ciò dirai: ma pon mente
1.30Che al sovrano parer di certa gente
1.31Tu sei sempre un nonnulla,
1.32Una classica e sciocca ciancerulla;
1.33E che il meschin tuo padre affascinato
1.34Da quel ciarlon d'Omero,
1.35Nel romantico impero
1.36Senza rimession scomunicato,
1.37Va urlando versi sì dannati e strani
1.38Che ne puoi disgradar Giorgi e Stoppani.
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