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CXXVIII. PER LE NOZZE DI G.B. PERSICO CON LA CONTESSA PISANA GAZZOLA.

Le poesie liriche

PoeTree.it

1.1Se generoso sdegno
1.2Non ti rattien, mirando
1.3Dallo stellato regno
1.4Il tripudio nefando
1.5Di tal che d'alti gemiti
1.6La tua dovrebbe irata ombra placar;
1.7Di tal che al pianto, ahi stolto!,
1.8Della tua donna insulta,
1.9E il piè nel socco avvolto
1.10Patrizio mimo esulta,
1.11Dell'indignata Pesaro
1.12Il fremito ridendo e il lagrimar;
1.13Diletto Alceo, che teco
1.14Sì gran parte hai rapita
1.15Di me che veglio e cieco
1.16Più non amo la vita
1.17E il dì co' voti accelero
1.18Che al tuo sen mi ritorni il mio dolor;
1.19Dalla beata stella
1.20Che di te lieta or fai,
1.21Ascolta, anima bella,
1.22D'Italia tutta i lai,
1.23Che del suo dolce eloquio
1.24In te piange perduto il primo onor.
1.25Ma se venir ti giova
1.26In parte ove più caro
1.27Suoni il tuo nome a pova,
1.28Vien di Catullo al chiaro
1.29Natío terren, perpetua
1.30Di leggiadri intelletti alma città.
1.31Vieni; e di quel gentile
1.32Signor, ch'oggi d'Imene
1.33Pentito bacia e umìle
1.34Le dorate catene,
1.35A ornar di rose insegnami
1.36La ben del cor perduta libertà.
1.37Al mio già stanco ingegno
1.38Scemo dell'estro antico
1.39Spira un carme, che degno
1.40Sia di cotanto amico
1.41E de' bei rai che trassero
1.42L'aureo strale che alfin tutto il passò.
1.43Ed io, se tanto lice
1.44Al doloroso accento
1.45Del tuo padre infelice,
1.46Farò che il mio lamento
1.47Non sia di grazie povero
1.48Fra i lieti canti che Imeneo destò.
1.49Ahi vana speme! il figlio,
1.50Il figlio mio non m'ode:
1.51Chinar disdegna il ciglio
1.52A iniqua età che gode
1.53De' sacri vati irridere
1.54Gli aurei studi ond'è bella ogni virtù:
1.55E l'amico stringendo
1.56Italo Fidia al petto,
1.57Grida — Ben giungi. Orrendo
1.58Secol fuggimmo. Infetto
1.59Di tutte colpe il perfido
1.60Di noi miti di cor degno non fu. —
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