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XII. POEMETTO ANACREONTICO.

Le poesie liriche

PoeTree.it

1.1Un industre acheo pittore
1.2A ragion dipinse Amore
1.3Non già inerme fanciulletto
1.4Pauroso semplicetto,
1.5Ma coll'ale e coll'incarco
1.6Di turcasso strali ed arco;
1.7Armi acute rilucenti,
1.8Armi tutte onnipossenti,
1.9E ministre di trofei
1.10Sopra gli uomini e gli dèi.
1.11Quindi ei vago e stilibondo
1.12Di dar cruccio a tutto il mondo,
1.13Cieco dio di voglie instabili,
1.14Batte i vanni infaticabili;
1.15E qua e là saetta e punge
1.16Quanti cor per via raggiunge;
1.17Ed allor che il pensi meno
1.18Ei t'arriva e t'apre il seno.
1.19Ma non serba quel tiranno
1.20La misura in far del danno.
1.21Prima sparge l'infedele
1.22Su le piaghe un po' di mèle;
1.23Poi dà mano ad un vasetto
1.24Pien di tôsco maledetto
1.25Che per nostra disventura
1.26Porta appeso alla cintura,
1.27E lo stilla notte e dì
1.28Sopra i cuori che ferì.
1.29Ah crudele ingiusto nume!
1.30S'hai sì barbaro costume,
1.31E chi mai ti chiamerà
1.32Un'amabil deità?
1.33Ma tre volte avventurato,
1.34Se a gustar m'avessi dato
1.35Senza fiel senza amarezze
1.36Le soavi tue dolcezze!
1.37Ma più ratto d'un momento
1.38Nacque e sparve il mio contento.
1.39Una ninfa eridanina
1.40Di sembianza pellegrina,
1.41Che palesa quanto belle
1.42Sian del Po le pastorelle;
1.43Una ninfa dolce dolce
1.44Ch'ogni cuor rapisce e molce;
1.45Con un ciglio che può fare
1.46Tigri ed orsi innamorare,
1.47Ciglio nero rubatore,
1.48Mi legò mi tolse il cuore:
1.49Ed a pena la guardai
1.50Che mi piacque, ch'io l'amai;
1.51Anzi parve ch'io l'amassi
1.52Prima ancor che la guardassi.
1.53Mentre io fiso la mirava;
1.54Ovunqu'ella indirizzava
1.55Delle luci il bel sereno,
1.56Ivi i fiori all'erbe in seno
1.57Rugiadoso il capo alzavano
1.58E più vaghi diventavano,
1.59Desíosi d'essere tocchi
1.60Dal chiaror di quei begli occhi.
1.61L'aere istesso a lei d'intorno
1.62Scintillar vedeasi, adorno
1.63Di faville tremolanti
1.64Che spargea da' bei sembianti
1.65Questa cara benedetta
1.66Vezzosissima angioletta.
1.67E frattanto i venticelli
1.68Correan giù dagli arbuscelli
1.69A lambirle lievemente
1.70Or la bocca sorridente
1.71Or le guance porporine
1.72Or le trecce del bel crine,
1.73Ben mostrando ai molli fiati
1.74D'esser tutti innamorati
1.75Di quel vago e gentil viso
1.76Che fea in terra un paradiso.
1.77A tal vista, oh come mai
1.78Sospirando anch'io bramai
1.79Di cangiarmi in qualche auretta
1.80Per volare su la vetta
1.81Di quei labbri, ivi accogliendo
1.82Tutta l'alma, e confondendo
1.83Co' suoi placidi respiri
1.84Il calor de' miei sospiri!
1.85Ma, quand'ella in dolci guise
1.86Riguardommi e poi sorrise,
1.87A quel guardo, a quel sorriso
1.88Ch'anche un serpe avría conquiso,
1.89I nervetti più sottili
1.90E le fibre più gentili
1.91Con tremor soave e caro
1.92Per le membra s'agitaro.
1.93A quell'impeto, a quel moto,
1.94Poi che insolito ed ignoto
1.95Fino all'alma penetrò,
1.96Ogni forza mi mancò;
1.97E su i piedi vacillando
1.98E tremando e palpitando
1.99Di morire io mi credetti
1.100Nel pugnar di tanti affetti.
1.101Cento volte io volli dirle,
1.102— Bella, io t'amo: — e poi scoprirle
1.103La mia lingua in van tentò
1.104Il desío che m'infiammò;
1.105Chè la voce in su l'uscita
1.106Cento volte impaurita
1.107Palesarsi non ardì
1.108E sul labbro mi morì,
1.109O cangiossi in un sospiro
1.110Testimon del mio martiro.
1.111Alfin senza nulla dire,
1.112Pien di tema e insiem d'ardire,
1.113Al mio ben m'avvicinai,
1.114E al suo fianco mi posai.
1.115Ci guardammo: e in que' dolcissimi
1.116Cari sguardi languidissimi
1.117Col silenzio mille cose
1.118Disser l'anime amorose.
1.119Mentre muto io non sapea
1.120Aprir labbro e mi credea
1.121D'aver tronca la favella,
1.122— Perchè tanto, alfin diss'ella,
1.123Tu mi guardi, e il core in petto
1.124Ti sospira, o giovinetto? —
1.125— Bella ninfa, io rispondei,
1.126Anch'io forse ti vedrei
1.127Sospirar, se un sol momento
1.128Tu provassi quel ch'io sento. —
1.129Ella rise, e si compiacque
1.130D'ascoltar ch'io l'amo, e tacque:
1.131Poi mi diede un porporino
1.132Ben tessuto fiorellino,
1.133Ch'io baciai di amor ripieno
1.134Mille volte o poco meno:
1.135E la man che mel donò
1.136Sul mio petto l'adattò,
1.137Ove ascoso il porto ancora
1.138Per portarlo infin ch'io mora.
1.139Volli anch'io di fede in pegno
1.140Del mio amor lasciarle un segno;
1.141Ed in cambio di quel fiore
1.142Le donai, non mica il core,
1.143Chè due volte non potea
1.144Darlo a lei che già il tenea,
1.145Ma un bel nastro variato
1.146Di colore delicato;
1.147E la sorte oh quanto mai
1.148Del mio nastro invidiai!
1.149Quando il prese e poi legollo
1.150Al ritondo eburneo collo.
1.151Crudo Amore, Amor ingrato;
1.152Ahi! che troppo fortunato
1.153In quel punto io ti parea,
1.154Se una mano ingiusta e rea
1.155Non spargeva i tuoi tormenti
1.156Sul più bel de' miei contenti.
1.157Oh contenti, oh rimembranze,
1.158Oh dilette mie speranze!
1.159V'ho perdute, e non son morto
1.160D'amarezza e di sconforto?
1.161Giacchè sparso d'orror fosco
1.162Tutto intorno tace il bosco,
1.163E la mesta aura romita
1.164Solo a piangere n'invita;
1.165Occhi miei, che far volete
1.166Se qui dunque non piangete?
1.167L'idol mio non è più mio,
1.168Chè un rival me lo rapìo.
1.169Solitudini secrete,
1.170Selve tetre ed inamene,
1.171Qual ristoro mi darete
1.172Senza il volto del mio bene?
1.173Voi che siete e che son io
1.174Senza il caro idolo mio?
1.175Ah, se mai tra queste spesse
1.176Piante amiche il piè volgesse
1.177L'indiscreto invidioso
1.178Turbator del mio riposo;
1.179Già non chieggo che a' miei prieghi
1.180La vostr'ombra a lui si nieghi,
1.181Che per lui tra sassi l'onda
1.182Roco e mesto il suon diffonda,
1.183O che il vento e gli antri bui
1.184Sian funesti ai sonni sui;
1.185Chieggo solo che a lui stesso
1.186Qualche tronco di cipresso
1.187Dica il pianto che distilla
1.188L'una e l'altra mia pupilla,
1.189Dica il duol che si fa gioco
1.190Del mio core, e a poco a poco
1.191Dai tormenti indebolita
1.192Fa mancarmi in sen la vita;
1.193Come soffio di leggiero
1.194Venticello passeggiero,
1.195Che calando dalle cupe
1.196Grotte alpestri d'una rupe
1.197In suon basso e moribondo
1.198Fra la tenebra notturna
1.199Va a disperdersi nel fondo
1.200D'una valle taciturna.
1.201Ma che giovan le querele,
1.202Se l'affanno mio crudele
1.203Diventò lo schermo acerbo
1.204Del nemico mio superbo?
1.205Che non fece e non tentò,
1.206E qual'arte risparmiò
1.207Quel rival, per tôrmi, oh Dio!,
1.208La mia speme e l'amor mio?
1.209Ei garzon di bell'aspetto
1.210(E lo dico a mio dispetto);
1.211C'ha due rose su le guance,
1.212E negli occhi tien due lance
1.213Onde far strage e ruina
1.214D'ogni bella madamina;
1.215C'ha le ciocche dei capelli
1.216Ben disposte in torti anelli,
1.217Ove Amor con reti e piaghe
1.218Guasta il cor di tante vaghe;
1.219Che sul labbro ha sempre i favi
1.220D'eloquenza i più soavi,
1.221Mescolati alle natìe
1.222Veneziane furberìe;
1.223Egli vide (oh giorno, oh vista
1.224Per me sempre amara e trista!)
1.225Della ninfa il bel sembiante,
1.226E restonne anch'egli amante;
1.227E giurò due volte o tre
1.228Pe' suoi ricci e pel tupè
1.229Di voler senza dimore
1.230Conquistarsi ancor quel core.
1.231Colla brama e col talento
1.232D'adempire il giuramento
1.233Alzò al ciel devoto i lumi
1.234Invocando tutti i numi;
1.235Ma le preci rivolgea
1.236Sopra tutto a Citeréa
1.237E al suo figlio che difende
1.238Degli amanti le vicende.
1.239Quindi all'uno e all'altra insieme,
1.240Coraggioso e pien di speme,
1.241Già fatt'emulo e seguace
1.242Di quel chiaro inglese audace
1.243Che con forbici improvvise
1.244Di Belinda il crin recise,
1.245Di Belinda il crin che poi
1.246Pianser tanto i Silfi suoi;
1.247Nella stanza ai riti eletta
1.248Della lucida toletta,
1.249Fra manteche fra pastiglie
1.250E d'aranci e di giunchiglie,
1.251Fra tinture fra vasetti
1.252Specchi polveri e fiocchetti,
1.253Sopra un terso tavolino
1.254Tosto innalza un altarino
1.255Fabbricato di amorosi
1.256Sei romanzi spiritosi
1.257Fertilissimi di strane
1.258Novellette oltramontane;
1.259Poi su questi riverente
1.260Pone un guanto gentilmente
1.261Un ventaglio due merletti
1.262E due fini manichetti
1.263E altri arnesi guadagnati
1.264Negli amor dei tempi andati.
1.265Ben disposte queste cose,
1.266Con tre lettere amorose
1.267L'ara accende; e pien d'affetto
1.268Dal profondo del suo petto
1.269Esalando con tre fiati
1.270Tre sospiri appassionati,
1.271Cresce il foco; che bel bello
1.272Tutto investe l'altarello.
1.273Poscia, umìle inginocchiandosi
1.274E le mani incrocicchiandosi,
1.275Formò questi preghi ardenti:
1.276— O delizia de' viventi,
1.277Dea gentil che accende i petti
1.278De' leggiadri giovinetti,
1.279E maestra ognor di vari
1.280Tradimenti necessari
1.281Assottigli il capo infido
1.282De' seguaci di Cupido;
1.283E tu vago garzoncello,
1.284Della madre non men bello,
1.285Che ti pasci di spergiuri
1.286E di fervidi scongiuri,
1.287Ingannando le ritrose
1.288Donzellette timorose;
1.289Se il mio volto ha mai saputo
1.290Per vostr'opra e vostro aiuto
1.291Cento donne innamorare;
1.292Se mai feci spasimare
1.293Di furor di gelosia
1.294La sconvolta fantasia
1.295Dei mariti vigilanti,
1.296Che stan sempre palpitanti
1.297Sul periglio delle spose
1.298Troppo amabili e vezzose;
1.299Se volubile e incostante
1.300Sempre fui di tutte amante,
1.301E adorai la deità
1.302Della bella infedeltà;
1.303Se per vostro onor pugnai,
1.304E pugnando trionfai;
1.305Chieggo e prego a voi rivolto
1.306Che aumentar non mi sia tolto
1.307Coll'acquisto di costei
1.308Lo splendor de' miei trofei. —
1.309Così disse: e Amor l'udia
1.310Della madre in compagnia,
1.311E ridendo gli accordò
1.312La preghiera; e poi spruzzò
1.313Su la fronte e su le gote
1.314Del devoto sacerdote
1.315Una scelta quintessenza
1.316Di bei vezzi e di avvenenza;
1.317E dettògli indi un cortese
1.318Complimento alla francese,
1.319Con cui lieto alfin dovea
1.320Presentarsi alla sua dea.
1.321Di quest'armi egli si valse,
1.322E con queste alfin l'assalse.
1.323Ella intanto a'suoi lamenti
1.324Sciolse il labbro in questi accenti:
1.325— Dolci aurette che spirate,
1.326Deh temprate
1.327Il mio duol l'affanno mio;
1.328Chè così non posso, oh dio!,
1.329Questa vita sostener. —
1.330Alle note sue dogliose
1.331Per pietà l'eco rispose;
1.332E l'aurette sussurranti
1.333S'agitaro a lei davanti
1.334Per temprarle gli affannosi
1.335Crudi ardori tormentosi.
1.336Ella intanto i suoi lamenti
1.337Rinnovò con questi accenti:
1.338— Non so dir se pena sia
1.339Quel ch'io provo, o sia contento:
1.340Ma se pena è quel ch'io sento,
1.341Oh che amabile penar!
1.342È un penar che mi consola,
1.343Che m'invola ogn'altro affetto,
1.344Che mi desta un nuovo in petto
1.345Ma soave palpitar. —
1.346In tal guisa ella cantò,
1.347E qui tacque e sospirò.
1.348E il garzon che vinto avea,
1.349Ringraziando Citeréa,
1.350— Altro, disse, or più non voglio: —
1.351E lo disse con orgoglio.
1.352Crudelissima Amarille,
1.353Tu le chete ore tranquille
1.354De' miei giorni intorbidasti,
1.355Poi nel pianto mi lasciasti;
1.356Tu non pensi ai mali miei,
1.357E pietosa più non sei:
1.358Ma io non posso abbandonarti
1.359Benchè ingrata; e voglio amarti
1.360Finch'io vivo; e t'amerò
1.361Quando morto ancor sarò.
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