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Libro decimoterzo

1.1Poiché Giove appressati ebbe alle navi
1.2con Ettore i Troiani, ivi in travaglio
1.3incessante lasciolli: e vôlti indietro
1.4i fulgid'occhi a riguardar si pose
1.5del Trace di cavalli agitatore
1.6la contrada e de' Misii a stretta pugna
1.7valorosi guerrieri e de' famosi
1.8Ippomolghi, giustissimi mortali
1.9che di latte nudriti a lunga etade
1.10producono i lor dì: né più di Troia
1.11dava un guardo alle mura, in sé pensando
1.12che nessun Dio discendere de' Teucri
1.13o de' Greci in aita oso sarebbe.
2.1Né invan si stava alla vedetta intanto
2.2il re Nettunno che su l'alte assiso
2.3selvose cime della tracia Samo
2.4contemplava di là l'aspro conflitto;
2.5e tutto l'Ida e Troia e degli Achei
2.6le folte antenne si vedea davanti.
2.7Ivi uscito dell'onde egli sedea,
2.8e del cader de' Greci impietosito
2.9contro Giove fremea d'alto disdegno.
3.1Ratto spiccossi dall'alpestre vetta
3.2e discese. Tremâr le selve e i monti
3.3sotto il piede immortal dell'incedente
3.4irato Enosigèo. Tre passi ei fece,
3.5e al quarto giunse alla sua meta in Ege,
3.6ove d'auro corruschi in fondo al mare
3.7sorgono eccelsi i suoi palagi eterni.
4.1Qui venuto i veloci oro–criniti
4.2eripedi cavalli al cocchio aggioga.
4.3In aurea vesta si ravvolge tutta
4.4la divina persona, ed impugnato
4.5l'aureo flagello di gentil lavoro
4.6monta il carro, e leggier vola su l'onda.
4.7Dagl'imi gorghi uscite a lui dintorno,
4.8conoscendo il re lor, l'ampie balene
4.9esultano, e per gioia il mar si spiana.
4.10Così rapide volano le rote
4.11che dell'asse né pur si bagna il bronzo;
4.12e gli agili cavalli a tutto corso
4.13verso le navi achee portano il Dio.
5.1Fra Tènedo e fra l'aspra Imbro nell'imo
5.2s'apre dell'alto sale ampia spelonca.
5.3Qui giunto il nume i corridor sostenne,
5.4e dal temo gli sciolse, e ristorati
5.5d'ambrosio cibo, gli allacciò di salde
5.6auree pastoie d'insolubil nodo,
5.7onde attendan lì fermi il redituro
5.8re lor che al campo degli Achei s'indrizza.
6.1Una fiamma sembianti o una procella,
6.2affollati, indefessi, e d'alte grida
6.3l'aria empiendo i Troiani e furiando
6.4seguon d'Ettore i passi, il cor ripieni
6.5della speranza d'occupar le navi,
6.6e tra le navi sterminar gli Achei.
6.7Ma di Calcante presa la sembianza
6.8e la gran voce, raccendea Nettunno
6.9gli argolici guerrieri; e pria rivolto
6.10agli Aiaci gridava: Ah vi ricordi
6.11che il campo achivo col valor si salva,
6.12non col freddo timor. Non io de' Teucri,
6.13che in folla superâr l'alta muraglia,
6.14le ardite mani agli altri posti or temo,
6.15ove a tutti terran fronte gli Achei;
6.16ma qui tem'io d'assai qualche sinistro,
6.17qui dove questo inviperito Ettorre,
6.18che del gran Giove si millanta figlio,
6.19guida i Teucri, e s'avventa come fiamma.
6.20Ma se in mente a voi pone un qualche iddio
6.21di contrastargli, e di dar core altrui,
6.22certo mi fo che lungi dalle navi
6.23respingerete il suo furor, foss'anco
6.24lo stesso Giove che gl'infonde ardire.
7.1Così parla Nettunno, e collo scettro
7.2toccandoli ambidue, per le lor membra
7.3una divina vigorìa diffuse,
7.4che tutta alleggerendo la persona
7.5alle man polso aggiunse, ed ali al piede;
7.6e ciò fatto, sparì colla prestezza
7.7di veloce sparvier, che nella valle
7.8visto un augello, da scoscesa rupe
7.9si precipita a piombo su la preda.
8.1Aiace d'Oïlèo s'accorse il primo
8.2del portento; e al figliuol di Telamone
8.3di subito converso, Amico, ei disse,
8.4colui che ne parlò non egli al certo
8.5è l'indovino augurator Calcante,
8.6ma qualche dell'Olimpo abitatore
8.7che ne prese le forme, e ne comanda
8.8di pugnar per le navi. Agevolmente
8.9si riconosce un nume, ed io da tergo
8.10lui conobbi all'incesso appunto in quella
8.11che si partiva, e me l'avvisa il core
8.12che di battaglia più che mai bramoso
8.13mi ferve in petto sì, che mani e piedi
8.14brillar mi sento del desìo di pugna.
9.1E a me, risponde il gran Telamonìde,
9.2a me pur brilla intorno a questa lancia
9.3l'audace destra, e il cor mi cresce in seno,
9.4e l'impulso de' piè sento di sotto
9.5sì, che pur solo d'azzuffarmi anelo
9.6coll'indomito Ettorre. — Era di questi
9.7tale il discorso, e tal dell'armi il caldo
9.8desir che in petto avea lor posto il nume.
10.1Nettunno intanto degli Achei ridesta
10.2l'ultime file, che scorate e stanche
10.3dal marzïal travaglio appo i navigli
10.4prendean respiro, e di gran duol cagione
10.5era loro il veder che l'alto muro
10.6avean varcato con tumulto i Teucri.
10.7Piovea lor dalle ciglia a quella vista
10.8un largo pianto, di scampar perduta
10.9ogni speranza. Ma col pronto arrivo
10.10le ravvivò Nettunno; e pria Leìto
10.11e Teucro e Dëipìro e Penelèo
10.12e Merïone e Antìloco e Toante,
10.13tutti eroi bellicosi, inanimando,
10.14Oh vergogna! esclamò, così combatte
10.15or dell'argiva gioventude il fiore?
10.16Nel valor delle vostre armi io sperava
10.17salve le navi: ma se voi la fiera
10.18pugna cessate, il dì supremo è questo
10.19della nostra caduta. Oh cielo! oh indegno
10.20spettacolo ch'io veggo, e ch'io non mai
10.21possibile credea! fino alle navi
10.22irrompere i Troiani, essi che dianzi
10.23non eran osi né un momento pure
10.24far fronte ai Greci, e ne fuggìan la possa
10.25come timide cerve, che vaganti
10.26per la foresta, e imbelli e senza core
10.27son di linci, di lupi e leopardi
10.28l'ingorde canne a satollar serbate.
10.29Or ecco che lontan dalla cittade
10.30fino alle navi la battaglia spingono,
10.31colpa del duce Atride e noncuranza
10.32de' guerrier che con esso incolloriti,
10.33anzi che a scampo delle navi armarsi,
10.34trucidar vi si fanno. E nondimeno
10.35benché l'Atride eroe veracemente
10.36sia di ciò tutto la cagion, per l'onta
10.37ch'egli fece al Pelìde, a noi non lice
10.38a verun patto abbandonar la pugna.
10.39Via, s'emendi l'error: le generose
10.40alme i lor falli a riparar son preste;
10.41né voi, sendo i più forti, onestamente
10.42il valor vostro rallentar potete;
10.43ned io col vile che pugnar ricusa
10.44so corrucciarmi, ma con voi mi sdegno
10.45altamente, con voi che fatti or molli
10.46ed ignavi e codardi un maggior danno
10.47vi preparate. In sé ciascuno adunque
10.48il pudor svegli e del disnor la tema.
10.49Grande è il certame che s'accese: il prode
10.50Ettore è quegli che le navi assalta,
10.51e le porte già ruppe e l'alta sbarra.
11.1Da questi di Nettunno acri conforti
11.2incoraggiate le falangi achee
11.3si strinsero agli Aiaci in sì bel cerchio,
11.4che stupito n'avrìa Marte e la stessa
11.5Minerva de' guerrieri eccitatrice.
11.6Questo fior di gagliardi il duro assalto
11.7de' Troiani e d'Ettòr fermo attendea,
11.8come siepe stipando ed appoggiando
11.9scudo a scudo, asta ad asta, ed elmo ad elmo
11.10e guerriero a guerrier; sì che gli eccelsi
11.11cimier su i coni rilucenti insieme
11.12confondean l'onda delle chiome equine.
11.13Così densati procedean di punta
11.14contra il nemico questi forti, ognuno
11.15nella robusta mano arditamente
11.16bilanciando il suo telo, e di dar dentro
11.17tutti vogliosi. Fur primieri i Teucri
11.18stretti insieme a far impeto precorsi
11.19dall'intrepido Ettòr, pari a veloce
11.20rovinoso macigno che torrente
11.21per gran pioggia cresciuto da petrosa
11.22rupe divelse e spinse al basso; ei vola
11.23precipite a gran salti, e si fa sotto
11.24la selva risonar; né il corso allenta
11.25finché giunto alla valle ivi si queta
11.26immobile. Così pel campo Ettorre
11.27seminando la strage, infino al mare
11.28penetrar minacciava, e senza intoppo
11.29fra le navi cacciarsi e fra le tende.
11.30Ma come a fronte ei giunse della densa
11.31falange s'arrestò, vano vedendo
11.32di spezzarla ogni mezzo: e di rincontro
11.33l'appuntar colle lance e colle spade
11.34sì fieri i figli degli Achei, che a forza
11.35l'allontanâr. Respinto ei diede addietro,
11.36ed alto a' suoi gridò: Troiani, e Licii
11.37e Dàrdani, deh voi fermo tenete;
11.38ché, benché denso, lo squadron nemico
11.39non sosterrammi a lungo, e all'urto io spero
11.40della mia lancia piegherà, se invano
11.41non eccitommi il più possente Iddio,
11.42l'altitonante di Giunon marito.
12.1Di ciascuno destâr la lena e il core
12.2queste parole. Allor di Prìamo il figlio
12.3con grande ardir Dëìfobo si mosse,
12.4e davanti portandosi lo scudo
12.5che tutto il ricopriva, a lento passo
12.6s'avanzò. Merïon di mira il prese
12.7colla fulgida lancia, e in pieno il colse
12.8nello scudo taurin, ma di forarlo
12.9non gli successe, ché alla prima falda
12.10l'asta si franse. Paventando il telo
12.11del bellicoso Merïon, dal petto
12.12discostossi Dëìfobo il brocchiero,
12.13e l'argolico eroe vista spezzarsi
12.14la lancia, e tolta la vittoria, irato
12.15si ritrasse fra' suoi, quindi lunghesso
12.16le navi ei corse alla sua tenda in cerca
12.17d'un riposto lancion. La pugna intanto
12.18cresce, ed immenso si solleva il grido.
13.1Il Telamònio Teucro innanzi a tutti
13.2Imbrio distese, acerrimo guerriero,
13.3cui Mèntore di ricche equestri razze
13.4possessor generò. Tenea costui
13.5pria dell'arrivo degli Achei suo seggio
13.6in Pedèo, disposata la leggiadra
13.7Medesicaste, del troiano Sire
13.8spuria figliuola. Ma venuti i Greci
13.9rivenne ad Ilio ei pure, e fra' Troiani
13.10distinto di valor nelle regali
13.11case abitava, e il re tenealo in pregio
13.12del par che i figli. A costui l'asta infisse
13.13sotto l'orecchio il buon Telamonìde,
13.14e tosto ne la svelse. Imbrio cadeo
13.15a frassino simìl, che su la cima
13.16d'una montagna da lontan veduta
13.17reciso dalla scure al suolo abbassa
13.18le sue tenere chiome; così cadde
13.19riverso, e l'armi gli sonâr dintorno.
13.20Di rapirle bramoso immantinente
13.21Teucro accorse: ma pronto in lui diresse
13.22la fulgid'asta Ettòr. L'altro che a tempo
13.23del colpo s'avvisò, scansollo alquanto,
13.24ed in sua vece lo raccolse in petto
13.25il figliuol dell'Attòride Cteato
13.26Amfimaco, che appunto in quel momento
13.27entrava nella mischia. Strepitoso
13.28ei cadde, e sopra gli tonò l'usbergo.
14.1A levar del magnanimo caduto
14.2dalla fronte il bell'elmo Ettore vola,
14.3ma d'Aiace l'aggiunse il fulminato
14.4splendido telo, che l'ettòreo petto
14.5non offese egli, no (ché tutto quanto
14.6era nel ferro orribilmente chiuso),
14.7ma di tal forza gli percosse il colmo
14.8dello scudo, che pur lo risospinse,
14.9sì che scostarsi fu mestier dall'uno
14.10cadavere e dall'altro, ed agli Achivi
14.11abbandonarli. Amfimaco fra' suoi
14.12fu ritratto da Stichio e Menestèo
14.13atenèi condottieri; Imbrio da' forti
14.14Aiaci, simiglianti a due leoni
14.15che tolta al dente di gagliardi cani
14.16una capra talor, fra i densi arbusti
14.17la portano del bosco alta da terra
14.18nell'orrende mascelle. A questa guisa
14.19sublime fra le braccia i due guerrieri
14.20d'Imbrio la salma ne portaro, e a lui,
14.21trattegli l'armi, il figlio d'Oïlèo,
14.22della morte d'Amfimaco sdegnoso,
14.23mozza la testa fe' volar dal busto;
14.24indi fra i Teucri la gittò rotata
14.25come lubrico globo, e al piè d'Ettorre
14.26la travolse sanguigna nella polve.
15.1Non fu senz'alto di Nettun disdegno
15.2d'Amfimaco la morte al Dio nipote.
15.3Risoluto in suo cor de' Teucri il danno,
15.4fra le navi e le tende il corruccioso
15.5nume avviossi ad animar gli Achivi.
15.6Scontrollo Idomenèo, che appunto in quella
15.7un amico lasciava a lui poc'anzi
15.8fuor della pugna dai compagni addutto
15.9e ferito al ginocchio. Ai medicanti
15.10commessane la cura il re cretese
15.11da quella tenda si partìa, pur sempre
15.12desideroso di battaglia. Ed ecco
15.13(preso il volto e la voce di Toante
15.14d'Andrèmone figliuol, che di Pleurone
15.15e dell'eccelsa Calidon signore
15.16agli Etoli imperava, e al par d'un nume
15.17lo riverìa la gente), ecco Nettunno
15.18farglisi innanzi, e dire: Idomenèo
15.19consiglier de' Cretesi, ove n'andaro
15.20le minacciate ai Teucri alte minacce
15.21da' figli degli Achei? — Nullo qui manca
15.22al suo dover, rispose il gnossio duce,
15.23nullo, per mio sentire, e sappiam tutti
15.24pugnar. Nessuno da vil tema è preso,
15.25nessun fiaccato da desidia fugge
15.26l' affanno marzïal. Ma del possente
15.27Giove quest'è la fantasia, che lungi
15.28dalla patria perire inonorati
15.29qui debbano gli Achei. Ma tu che fosti
15.30sempre un forte, o Toante, e altrui se' uso
15.31destar coraggio, se allentar lo vedi,
15.32segui a farlo, e rinfranca ogni guerriero.
15.33Possa da Troia, replicò Nettunno,
15.34non si far più ritorno, e qui de' cani
15.35rimanersi sollazzo, ognun che cerchi
15.36in questo giorno abbandonar la pugna.
15.37Va, ti rïarma, e vieni, e tenteremo,
15.38benché due soli, di far tale un fatto
15.39ch'utile torni. La congiunta forza
15.40pur degl'imbelli è di momento, e noi
15.41ancor co' prodi guerreggiar sappiamo.
16.1Disse, e mischiossi il Dio nel travaglioso
16.2mortal conflitto. Rïentrò veloce
16.3nella sua tenda Idomenèo, di belle
16.4armi vestissi tutto quanto, e tolte
16.5due lance s'avvïò, simile in vista
16.6alla corrusca folgore che Giove
16.7vibra dall'alto a sgomentar le genti,
16.8e di lucidi solchi il ciel lampeggia;
16.9così splendea l'acciaro intorno al petto
16.10del frettoloso eroe. Lungi di poco
16.11dalla tenda scontrollo il suo fedele
16.12Merïon, che venìa d'altr'asta in cerca.
17.1Figlio di Molo, Idomenèo gli disse,
17.2ove corri sì ratto? e perché lasci,
17.3diletto amico Merïon, la pugna?
17.4Se' tu forse ferito, e qualche punta
17.5ti tormenta di strale? od a recarmi
17.6qualche avviso ne vieni? Andiam, ch'io stesso
17.7non di riposi, ma di pugna ho brama.
17.8Vengo, rispose Merïon, d'un'asta
17.9a provedermi, Idomenèo, se alcuna
17.10te ne rimase al padiglion. La mia
17.11allo scudo la ruppi del feroce
17.12Dëìfobo. — Non una, il re riprese,
17.13ma venti, se le brami, alla parete
17.14ne troverai poggiate entro la tenda,
17.15tutte belle e troiane e da me tolte
17.16ad uccisi nemici. Io li combatto
17.17sempre dappresso; e così d'aste io feci
17.18e d'elmetti e di scudi ombelicati
17.19e di lucidi usberghi un tanto acquisto.
18.1Ed io pur nella tenda e nella nave
18.2ho molte spoglie de' Troiani in serbo,
18.3soggiunse Merïon; ma lungi or sono.
18.4E neppur io mi spero in obblianza
18.5aver posto il valor; ché anch'io ne' campi
18.6della gloria so starmi in mezzo ai primi,
18.7quando di Marte la tenzon si desta.
18.8Forse al più degli Achei mal noto in guerra
18.9è il mio valor, ma tu il conosci, io spero.
19.1Sì, lo conosco, Idomenèo riprese,
19.2ma che ridirlo or tu? L'agguato è il campo
19.3ove in sua chiarità splende il coraggio,
19.4e dal codardo si discerne il prode.
19.5Color cangia il codardo, e il cor mal fermo
19.6non gli permette di tenersi immoto
19.7un solo istante; mancagli il ginocchio,
19.8sul calcagno s'accascia, e immaginando
19.9vicino il suo morir, l'alma nel seno
19.10palpita e trema dibattendo i denti.
19.11Ma collocato nell'insidia il forte
19.12né cor cangia né volto, e della zuffa
19.13il momento sospira. E a noi tenuti
19.14tra' più gagliardi, se l'andar ne tocchi
19.15d'un agguato al periglio, a noi pur anco
19.16e del tuo braccio e del tuo cor palese
19.17si farìa la virtù. Se nella pugna
19.18fia che ti colga un qualche telo, al certo
19.19il tergo no ma piagheratti il petto,
19.20e diritto corrente all'inimico,
19.21e tra' primieri avvolto, e nel più denso
19.22della battaglia. Ma non più parole;
19.23onde a caso qualcun sopravvenendo
19.24di vanitosi cianciatori a dritto
19.25non ci getti rampogna. Orsù, t'affretta
19.26nella tenda, e una forte asta ti piglia.
20.1Disse, e l'altro volò, prese veloce
20.2una ferrata lancia, e la battaglia
20.3anelando, raggiunse Idomenèo.
20.4Qual s'avanza al conflitto il sanguinoso
20.5nume dell'armi, e suo diletto figlio
20.6l'accompagna il Terror che audace e forte
20.7anco i più fermi fa tremar; l'orrenda
20.8coppia lasciati della Tracia i lidi
20.9va degli Efìri a guerreggiar le genti
20.10o i magnanimi Flegii, e non ascolta
20.11più quei che questi, ancor dubbiando a cui
20.12la vittoria inviar; tali nel ferro
20.13lampeggianti procedono alla pugna,
20.14condottieri di prodi, Idomenèo
20.15e Merïone, che primier dicea:
21.1Da qual parte in battaglia entrar t'aggrada,
21.2o Deucalìde valoroso? a destra
21.3o pur nel centro? o sosterrem più tosto
21.4la sinistra? Gli è quivi, a mio parere,
21.5che di soccorso ai nostri è più mestiero.
22.1Il centro ha buoni difensor, rispose
22.2il re di Creta, ha l'uno e l'altro Aiace
22.3e il più prestante saettier de' Greci
22.4Teucro, gagliardo combattente insieme
22.5a piè fermo. Daran questi ad Ettorre,
22.6per audace ch'ei sia, molto travaglio
22.7nella fervida mischia, e costar caro
22.8gli faranno il tentar di superarne
22.9l'invitta forza, e i minacciati legni
22.10colle fiamme assalir, se pur lo stesso
22.11Giove non scenda colle proprie mani
22.12a gittarvi gl'incendii. A mortal uomo
22.13che sia di frutto cereal nudrito,
22.14e cui possa del ferro o delle pietre
22.15il colpo vïolar, non fia che mai
22.16il grande Aiace Telamònio ceda,
22.17non allo stesso vïolento Achille
22.18che di corso bensì, ma fior nol vince
22.19nel pugnar di piè fermo. Or noi del campo
22.20rivolgiamci alla manca, e vediam tosto
22.21se darem gloria ad altri, od altri a noi.
23.1Volâr, ciò detto, alla prefissa meta.
23.2I Troiani, veduto Idomenèo
23.3come vampa di foco alla lor volta
23.4col suo scudier venirne, orrendo ei pure
23.5di scintillanti arnesi, inanimando
23.6sé medesmi a vicenda, ad incontrarli
23.7mossero tutti di conserto. Allora
23.8surse avanti alle poppe aspro conflitto.
24.1A quella guisa che ne' caldi giorni,
24.2quando copre le vie la molta polve,
24.3s'alza turbo di vento che solleva
24.4sibilando di sabbia una gran nube;
24.5tali ardendo nel cor di porsi a morte
24.6co' ferri acuti, s'attaccâr le schiere.
24.7Irto era tutto il campo (orrida vista!)
24.8di lunghe aste impugnate, e il ferreo lampo
24.9degli usberghi, degli elmi e degli scudi
24.10tutti in confuso folgoranti e tersi
24.11facea barbaglio agli occhi; e stato ei fôra
24.12ben audace quel cor che vista avesse
24.13tranquillo e lieto la crudel contesa.
25.1Così divisi di favor li due
25.2possenti figli di Saturno, acerbe
25.3ordìan gravezze ai combattenti eroi.
25.4Di qua Giove ai Troiani e al forte Ettorre
25.5la vittoria desìa; non ch'egli intero
25.6voglia lo scempio della gente achea,
25.7ma sol quanto a innalzar del grande Achille
25.8basti la gloria ed onorar la madre:
25.9di là furtivo da' suoi gorghi uscito
25.10Nettunno infiamma colla dìa presenza
25.11degli Argivi il coraggio, e del vederli
25.12domi dai Teucri doloroso freme
25.13contro Giove di sdegno. Una è d'entrambi
25.14l'origine divina e il nascimento:
25.15ma nacque Giove il primo, e più sapea.
25.16Quindi il minor fratello alla scoperta
25.17oso non era d'aïtarli, e solo
25.18celatamente ed in sembianza umana
25.19infondea loro ardire. A questo modo
25.20l'un nume e l'altro agli uni e agli altri iniqua
25.21d'aspre discordie ordiro una catena
25.22che né spezzare si potea né sciorre,
25.23e che stese di molti al suol la forza.
26.1Quantunque sparso di canizie il crine,
26.2con vigor fresco allora Idomenèo,
26.3fatto ai Greci coraggio, i Teucri assalse,
26.4e sbaragliolli, ucciso Otrïonèo.
26.5Di Càbeso poc'anzi era costui
26.6venuto al grido della guerra, e a sposa
26.7la più bella chiedea, senza dotarla,
26.8delle fanciulle prïamèe, Cassandra;
26.9e l'alta impresa di scacciar da Troia
26.10lor malgrado gli Achivi impromettea.
26.11Gli avea di questo intenzion già data
26.12il re vecchio e l'assenso, ed animato
26.13dalle promesse il vantator pugnava
26.14arditamente, ed incedea superbo.
26.15Colla fulgida lancia Idomenèo
26.16l'adocchiò, lo colpì, gl'infisse il telo
26.17in mezzo all'epa dalle piastre invano
26.18del torace difesa. Alto fragore
26.19diè cadendo il guerriero, e l'insultando
26.20il vincitor sì disse: Otrïonèo,
26.21se tutte che tu festi al re troiano
26.22alte promesse adempirai, su tutti
26.23i mortali pur io terrotti in pregio.
26.24Prìamo la figlia ti promise, e noi
26.25altra sposa t'offriam, la più leggiadra
26.26delle figlie d'Atride, e lei qui tosto
26.27farem d'Argo venir, a questo patto
26.28che tu di Troia ad espugnar n'aiti
26.29la superba città. Dunque ne segui,
26.30onde alle navi contrattar le nozze,
26.31e suoceri n'avrai larghi e cortesi.
27.1Sì dicendo, per mezzo alla battaglia
27.2strascinollo d'un piede. A vendicarlo
27.3avanzossi pedon nanzi al suo carro
27.4Asio, e anelanti al tergo gli guidava
27.5il fido auriga i corridor. Mentr'egli
27.6a ferir d'un bel colpo Idomenèo
27.7tutto intende il suo cor, questi il prevenne
27.8e la lancia gli spinse nella gola
27.9sotto il mento, e passolla. Asio cadeo
27.10siccome quercia o pioppo od alto pino
27.11cui sul monte tagliâr con raffilate
27.12bipenni i fabbri a nautic'uso. Ei giacque
27.13lungo a terra disteso innanzi al cocchio,
27.14e digrignava i denti, e colle mani
27.15strignea rabbioso la cruenta polve.
27.16Smarrì l'auriga il cor, né per sottrarsi
27.17alla man de' nemici addietro osava
27.18dar volta al cocchio. Il giunse in quello stato
27.19Antìloco coll'asta, e in mezzo al ventre
27.20lo trivellò, ché nulla lo difese
27.21l'interzata lorica. Ei dal bel carro
27.22riversossi anelante, ed ai cavalli
27.23dato di piglio il vincitor, dai Teucri
27.24li sospinse agli Achei. D'Asio caduto
27.25Dëìfobo dolente colla picca
27.26si strinse addosso al re di Creta, e trasse.
27.27Previde il colpo, e curvo Idomenèo
27.28sotto il grand'orbe si raccolse tutto
27.29dello scudo taurin che di fulgente
27.30ferro il contorno e doppia avea la guiggia.
27.31Riparato da questo egli la punta
27.32schivò dell'asta ostil che sorvolando
27.33veloce delibò nel suo trascorso
27.34lo scudo, e secco risonar lo fece.
27.35Né indarno uscì dalla man forte il telo,
27.36ma l'Ippaside Ipsènore percosse
27.37sotto i precordi, e l'atterrò. Gran vanto
27.38si diè sul morto l'uccisor, gridando:
27.39Asio non giace inulto, e alle tremende
27.40porte scendendo di Pluton mi spero
27.41fia del compagno, ch'io gli do, contento.
28.1Contristò degli Achei quel vanto i petti,
28.2d'Antìloco su gli altri il bellicoso
28.3cor ne fu tocco; né lasciò per questo
28.4in abbandon l'amico, anzi accorrendo
28.5lo coprì dello scudo, e lo protesse
28.6sì che Alastorre e Mecistèo, due cari
28.7dell'estinto compagni, in su le spalle
28.8recarselo potero ed alle navi
28.9trasportarlo, mettendo alti lamenti.
29.1Non rallentava Idomenèo frattanto
29.2il magnanimo core, e vie più sempre
29.3l'infiammava la brama o di coprire
29.4qualche Troiano dell'eterna notte,
29.5o far di sua caduta egli medesmo
29.6risonante il terren, sol che de' Greci
29.7allontani l'eccidio. Era fra' Teucri
29.8un caro figlio d'Esïèta, il prode
29.9Alcatòo, già consorte alla maggiore
29.10delle figlie d'Anchise Ippodamìa,
29.11che al genitor carissima e alla madre
29.12onoranda matrona, ogni compagna
29.13vincea di volto e di prudenza, esperta
29.14in tutte l'arti di Minerva; ond'ella
29.15d'un de' più chiari fra gli eroi fu sposa
29.16di quanti Ilio n'avea nel suo gran seno.
29.17Ma sotto la cretense asta domollo
29.18Nettunno; e prima gli annebbiò le luci,
29.19poi per le belle membra gli diffuse
29.20tale un torpor, che né fuggirsi addietro
29.21né scansarsi potea, ma immoto e ritto
29.22come colonna o pianta alto chiomata
29.23stavasi; e tale lo colpì nel petto
29.24d'Idomenèo la lancia, e la lorica,
29.25della persona inutile difesa,
29.26gli traforò. Diè un rauco e sordo suono
29.27il lacerato usbergo; strepitoso
29.28Alcatòo cadde, e il battere del core
29.29fe' la cima tremar dell'asta infissa,
29.30ch'ivi alfin tutta si quetò. Superbo
29.31del glorïoso colpo Idomenèo
29.32alto sclamò: Dëìfobo, e' ti sembra
29.33che ben s'adegui con tre morti il conto
29.34d'un solo? Inane fu il tuo vanto, o folle.
29.35Viemmi a fronte e vedrai qual io mi vegna
29.36qui rampollo di Giove. Ei primo ceppo
29.37Minosse generò giusto di Creta
29.38conservator, Minosse il generoso
29.39Deucalïone, e questi me nell'ampia
29.40Creta di molto popolo signore;
29.41ed ora a Troia mi portâr le navi
29.42a te fatale e al padre e a tutti i Teucri.
30.1Stette all'acre parlar fra due sospeso
30.2Dëìfobo, se in cerca retroceda
30.3d'un valoroso che l'aiuti, o s'egli
30.4si cimenti pur solo. In tal pensiero
30.5ir d'Anchise al figliuol gli parve il meglio,
30.6e negli estremi lo trovò del campo
30.7stante e il cor roso di perpetuo cruccio,
30.8perché lui, che tra' prodi avea gran fama,
30.9inonorato il re troian lasciava.
30.10Venne a lui dunque, e così disse: Enea,
30.11chiaro de' Teucri capitan, se cura
30.12de' congiunti ti tocca, il tuo cognato
30.13esanime soccorri. Andiam, la morte
30.14vendichiam d'Alcatòo che un dì marito
30.15di tua sorella t'educò bambino,
30.16e ch'or d'Idomenèo l'asta ti spense.
31.1Si commosse l'eroe racceso il petto
31.2del desìo della pugna, ed alla volta
31.3d'Idomenèo volò. Né già si volse
31.4come fanciullo in fuga il re cretese,
31.5ma fermo stette ad aspettarlo. E quale
31.6cinghial che sente le sue forze, aspetta
31.7in solitario loco alla montagna
31.8de' cacciator la turba: alto sul dosso
31.9arriccia il pelo, e una terribil luce
31.10lampeggiando dagli occhi i denti arruota,
31.11di sbaragliar le torme impaziente
31.12degli uomini e de' cani: in tal sembianza
31.13fermo si stava Idomenèo, l'assalto
31.14aspettando d'Enea. Pur vôlto a' suoi,
31.15Ascàlafo chiamonne ed Afarèo
31.16e Dëipìro e Merïone e Antìloco
31.17mastri di guerra, e gl'incitò con queste
31.18ratte parole: Amici, a darmi assalto
31.19corre il figlio d'Anchise: egli è di stragi
31.20operator gagliardo, e ciò che forma
31.21il maggior nerbo, ha pur degli anni il fiore.
31.22Io son qui solo, né del par la fresca
31.23gioventù mi sorride. Ove ciò fosse,
31.24con questo cor qui tosto glorïoso
31.25o lui mia morte, o me la sua farebbe.
32.1Disse, e tutti gli fur concordi al fianco
32.2con gl'inclinati scudi. Enea dall'altra
32.3parte eccitando i suoi compagni appella
32.4Dëìfobo a soccorso e Pari e il divo
32.5Agènore, che tutti eran con esso
32.6condottieri de' Teucri, e li seguìa
32.7molta man di guerrieri, a simiglianza
32.8di pecorelle che dal prato al fonte
32.9van su la traccia del lanoso duce,
32.10e ne gode il pastor; tale d'Enea
32.11pel seguace squadron l'alma gioisce.
33.1Colle lungh'aste intorno ad Alcatòo
33.2s'azzuffâr questi e quelli. Intorno ai petti
33.3orribilmente risonava il ferro
33.4de' combattenti, e due guerrier famosi
33.5d'Anchise il figlio e il regnator di Creta
33.6pari a Marte ambedue con dispietato
33.7ferro a vicenda di ferirsi han brama.
33.8Trasse primiero Enea, ma visto il colpo,
33.9l'avversario schivollo, e tremolante
33.10al suol s'infisse la dardania punta
33.11invan fuggita dalla man robusta.
33.12Idomenèo percosse a mezzo il ventre
33.13Enòmao. Spezzò l'asta l'incavo
33.14della corazza, e gl'intestini incise,
33.15sì ch'egli cadde nella polve, e strinse
33.16colle pugna il sabbion. Svelse dal morto
33.17la lancia il vincitor, ma le bell'armi
33.18rapirgli non poteo, ché degli strali
33.19l'opprimea la tempesta, e non avea
33.20salde al correr le gambe e al ripigliarsi
33.21l'asta scagliata, ed a schivar l'ostile.
33.22Quindi a piè fermo ei ben sapea per anco
33.23la morte allontanar, ma dal conflitto
33.24mal nel bisogno sottraealo il piede.
34.1Dëìfobo che caldo il cor di rabbia
34.2sempre in lui mira, vistolo ritrarsi
34.3a lenti passi, gli avventò, ma indarno
34.4pur questa volta, il telo che veloce
34.5via trasvolando Ascàlafo raggiunse
34.6prole di Marte, e all'omero il trafisse.
34.7Ei cadde, e steso brancicò la polve:
34.8né del caduto figlio allor veruna
34.9ebbe notizia il vïolento Iddio,
34.10che dal comando di Giove impedito
34.11stava in quel punto su le vette assiso
34.12dell'Olimpo, e il coprìa d'oro una nube
34.13misto agli altri Immortali a cui vietato
34.14era dell'armi il sanguinoso ludo.
35.1Una pugna crudel sul corpo intanto
35.2d'Ascàlafo incomincia. Al morto invola
35.3Dëìfobo il bell'elmo; e Merïone
35.4tale sul braccio al rapitor disserra
35.5di lancia un colpo, che di man gli sbalza
35.6risonante al terren l'aguzzo elmetto
35.7E qui di nuovo Merïon scagliossi
35.8come fiero avoltoio, e dal nemico
35.9braccio sconfitta dell'astil la punta
35.10si ritrasse tra' suoi. Corse al ferito
35.11il suo german Polìte, e per traverso
35.12l'abbracciando il cavò dal rio conflitto
35.13ed in parte venuto ove l'auriga
35.14lungi dall'armi co' cavalli il cocchio
35.15in pronto gli tenea, questi il portaro
35.16gemente, afflitto e per la fresca piaga
35.17tutto sangue la mano alla cittade.
35.18Cresce intanto la pugna e al ciel ne vanno
35.19immense grida. Enea d'asta colpisce
35.20nella gola Afarèo Caletorìde
35.21che l'investìa di fronte. Riversossi
35.22dall'altra parte il capo, e n'andâr seco
35.23l'elmo e lo scudo, e lui la morte avvolse.
35.24Visto Toone che volgea le terga,
35.25Antìloco l'assalta, e al fuggitivo
35.26netta incide la vena che pel dosso
35.27quanto è lungo scorrendo al collo arriva,
35.28netta l'incide, e resupino ei casca
35.29nella sabbia, stendendo a' suoi compagni
35.30ambe le mani. Gli fu ratto addosso
35.31Antìloco, e dell'armi il dispogliando
35.32gli occhi ai Teucri tenea, che d'ogni parte
35.33serrandolo, il lucente ampio pavese
35.34gli tempestan di dardi, e mai veruno
35.35di tanti teli disfiorar del figlio
35.36di Nèstore il gentil corpo potea,
35.37ché da tutti il guardava attentamente
35.38l'Enosigèo Nettunno. Ed il guerriero,
35.39non che ritrarsi dai nemici, sempre
35.40coll'asta in moto s'avvolgea fra loro
35.41pronto a ferir da lungi e da vicino.
35.42Mentre in cor volge nuovi danni, il vede
35.43l'Asiade Adamante, e in lui repente
35.44impeto fatto colla lancia il fere
35.45a mezza targa. Preservò del Greco
35.46la vita il nume dalle chiome azzurre,
35.47e spezzò la nemica asta che mezza
35.48rimase infissa nello scudo a guisa
35.49d'adusto palo, e mezza giacque a terra.
35.50Diede addietro a tal vista il feritore
35.51salvandosi fra' suoi. Ma Merïone
35.52spinse l'asta nel ventre al fuggitivo
35.53fra l'umbilico e il pube, ove del ferro
35.54è mortal la ferita, e lo confisse.
35.55Cadde il confitto su la lancia, e tutto
35.56si contorcea qual bue, cui di ritorte
35.57funi annodato su pel monte a forza
35.58strascinano i bifolchi, e tale anch'egli
35.59si dibattea; ma il suo penar fu breve:
35.60ché tosto accorse Merïone, e svelta
35.61l'asta dal corpo, l'acchetò per sempre.
36.1Grande e battuta su le tracie incudi
36.2alza Eleno la spada, ed alla tempia
36.3Deìpiro fendendo gli dirompe
36.4l'elmo, e dal capo glielo sbalza in terra.
36.5Ruzzolò risonante la celata
36.6fra le gambe agli Achivi, e fu chi tosto
36.7la raccolse: ma negra eterna notte
36.8Deìpiro coperse. Addolorato
36.9del morto amico il buon minore Atride,
36.10contro il regale eroe che a morte il mise,
36.11minaccioso avanzossi, alto squassando
36.12l'acuta lancia; ed Eleno a rincontro
36.13l'arco tese. Affrontârsi ambo i guerrieri,
36.14bramosi di vibrar quegli la picca,
36.15questi lo strale. Saettò primiero
36.16di Prìamo il figlio, e colpì l'altro al petto
36.17nel cavo del torace. Il rio quadrello
36.18via volò di risalto, e a quella guisa
36.19che per l'aia agitato in largo vaglio
36.20al somar dell'auretta ed alle scosse
36.21del vagliator sussulta della bruna
36.22fava o del cece l'arido legume;
36.23dall'usbergo così di Menelao
36.24resultò risospinto il dardo acerbo.
36.25Di risposta l'Atride al suo nemico
36.26ferì la man che il liscio arco strignea,
36.27e all'arco stesso la confisse. In salvo
36.28retrocesse fra' suoi tosto il ferito,
36.29cui penzolava dalla man l'infisso
36.30frassìneo telo. Glielo svelse alfine
36.31il generoso Agènore, e la piaga
36.32destramente fasciò d'una lanosa
36.33fionda che pronta il suo scudier gli avea.
37.1Al trïonfante Atride si converse
37.2Pisandro allor di punta, e negro fato
37.3a cader lo spigneva in rio certame
37.4sotto i tuoi colpi, o Menelao. Venuti
37.5ambo all'assalto, gittò l'asta in fallo
37.6il figliuolo d'Atrèo. Colse Pisandro
37.7lo scudo ostil, ma non passollo il telo
37.8dalla targa respinto e nell'estrema
37.9parte spezzato; nondimen gioinne
37.10colui nel core, e vincitor si tenne.
37.11Tratto il fulgido brando, allor l'Atride
37.12avventossi al nemico, e questi all'ombra
37.13dello scudo impugnò ferrata e bella
37.14una bipenne, nel polito e lungo
37.15manico inserta di silvestre olivo.
37.16Mossero entrambi ad un medesmo tempo.
37.17Al cono dell'elmetto irto d'equine
37.18chiome sotto il cimier Pisandro indarno
37.19la scure dechinò; l'altro lui colse
37.20nella fronte, e del naso alla radice.
37.21Crepitò l'osso infranto, e sanguinosi
37.22gli cascâr gli occhi nella polve al piede.
37.23Incurvossi cadendo, e Menelao
37.24d'un piè calcato dell'ucciso il petto,
37.25l'armi n'invola, e glorïoso esclama:
38.1Ecco la via per cui de' bellicosi
38.2Dànai le navi lascerete alfine,
38.3perfidi Teucri ognor di sangue ingordi.
38.4Vi fu poco l'aver, malvagi cani,
38.5con altra fellonìa, con altre offese
38.6violati i miei lari, e del tonante
38.7Giove ospital sprezzata la tremenda
38.8ira che un giorno svellerà dal fondo
38.9l'alta vostra città; poco il rapirmi
38.10una giovine sposa e assai ricchezza
38.11da nulla ingiuria offesi, anzi a cortese
38.12ospizio accolti e accarezzati. Or anco
38.13desìo vi strugge di gittar nel mezzo
38.14delle navi le fiamme, e degli achivi
38.15eroi far scempio. Ma verrà chi ponga
38.16vostro malgrado a furor tanto il freno.
38.17Giove padre, per certo uomini e Dei
38.18di saggezza tu vinci, e nondimeno
38.19da te vien tutto sì nefando eccesso,
38.20da te de' Teucri difensor, di questa
38.21sempre d'oltraggi e d'ingiustizie amica
38.22razza iniqua che mai delle rie zuffe
38.23di Marte non si sbrama. Il cor di tutte
38.24cose alfin sente sazietà, del sonno,
38.25della danza, del canto e dell'amore,
38.26piacer più cari che la guerra; e mai
38.27sazi di guerra non saranno i Teucri?
39.1Tolse l'armi, ciò detto, a quell'estinto
39.2di sangue asperse; e come in man rimesse
39.3l'ebbe de' suoi, di nuovo all'inimico
39.4volse la faccia nelle prime file.
39.5Fiero l'assalse allor di Pilemène
39.6il figlio Arpalïon, che il suo diletto
39.7padre alla guerra accompagnò di Troia
39.8per non mai più redire al patrio lido.
39.9S'avanzò, fulminò l'asta nel colmo
39.10dello scudo d'Atride; e senza effetto
39.11visto il suo colpo, s'arretrò salvando
39.12fra' suoi la vita, e d'ogni parte attento
39.13guatando che nol giunga asta nemica.
39.14Ed ecco dalla man di Merïone
39.15una freccia volar che al destro clune
39.16colse il fuggente, e sotto l'osso accanto
39.17alla vescica penetrò diritto.
39.18Caduto sul ginocchio egli nel mezzo
39.19de' cari amici spirando giacea
39.20steso al suol come verme, e in larga vena
39.21il sangue sul terren facea ruscello.
39.22Gli fur dintorno con pietosa cura
39.23i generosi Paflagoni, e lui
39.24collocato sul carro alla cittade
39.25conducean dolorando. Iva con essi
39.26tutto in lagrime il padre, e dell'ucciso
39.27figlio nessuna il consolò vendetta.
40.1Pel morto Arpalïon forte crucciossi
40.2Paride, che cortese ospite l'ebbe
40.3fra' Paflagoni un tempo, e dalla cocca
40.4sfrenò di ferrea punta una saetta.
40.5Era un certo Euchenòr, dell'indovino
40.6Polïìde figliuol, uom prode e ricco
40.7e di Corinto abitator, che appieno
40.8del reo suo fato istrutto, avea di Troia
40.9veleggiato alle rive. A lui sovente
40.10detto aveva il buon veglio Polïìde
40.11che d'atro morbo nel paterno tetto,
40.12o di ferro troiano egli morrebbe
40.13fra le argoliche navi: e più che morte,
40.14di tetra infermità l'aspro martìre
40.15e degli Achei lo spregio, egli temette.
40.16Di Paride lo stral colse costui
40.17sotto l'orecchio alla mascella, e tosto
40.18l'abbandonò la vita, ed un orrendo
40.19perpetuo buio gli coprì le luci.
41.1In questa guisa ardea la pugna, e ancora
41.2il diletto di Giove alto guerriero
41.3Ettore intesa non avea la strage
41.4che di sue genti segue alla sinistra
41.5della battaglia, e che omai piega il volo
41.6la vittoria agli Achei; tale è l'impulso,
41.7tale il nerbo e l'ardir di che furtivo
41.8li soccorre Nettunno. A quella parte
41.9stavasi Ettorre, ov'egli avea da prima
41.10le porte a forza superato e il muro,
41.11e rotte degli Achei le dense file.
41.12Ivi d'Aiace e di Protesilao
41.13coronavan le navi al secco il lido;
41.14e perché da quel lato era più basso
41.15edificato il muro, ivi più forte
41.16de' cavalli e de' fanti era la pugna.
41.17Ftii, Beozi, Locresi, e colle lunghe
41.18lor tuniche gl'Ionii e i chiari Epèi
41.19ivi eran tutti, e tutti a tener lungi
41.20dalle navi d'Ettorre la rovina
41.21opravano le mani; e tanti insieme
41.22a rintuzzar dell'infiammato eroe
41.23non bastano la furia. Il fior d'Atene
41.24stassi alle prime file, ed il Petìde
41.25Menestèo li conduce, aiutatori
41.26Stichio, Fida e Bïante. È degli Epèi
41.27duce Megète e Dracio ed Amfïone;
41.28de' Ftii Medonte e il pugnator Podarce,
41.29Podarce nato del Filacio Ifìclo,
41.30Medonte d'Oïlèo bastarda prole
41.31e d'Aiace fratel, che dal paterno
41.32suolo esulando in Fìlace abitava,
41.33messo a morte il german della matrigna
41.34Eriopìde d'Oïlèo mogliera.
41.35Degli eletti di Ftia questi alla testa
41.36giunti ai Beozi difendean le navi.
42.1Aiace d'Oïlèo mai sempre al fianco
42.2del Telamònio combattea. Siccome
42.3due negri buoi d'una medesma voglia
42.4nella dura maggese il forte aratro
42.5traggono, e al ceppo delle corna intorno
42.6largo rompe il sudor, mentre dal solo
42.7giogo divisi per lo solco eguali
42.8stampano i passi, e dietro loro il seno
42.9si squarcia della terra; a questa immago
42.10pugnavano congiunti i duo guerrieri.
42.11Molta e gagliarda gioventù seguiva
42.12il Telamònio; e quando la fatica
42.13e il sudor lo fiaccava, i suoi compagni
42.14il grave scudo ne prendean. Ma i Locri,
42.15a cui poco durar solea l'ardire
42.16nella pugna a piè fermo, d'Oïlèo
42.17l'audace figlio non seguìan. Costoro
42.18non elmi avean d'equino crine ondanti,
42.19né tondi scudi, né frassìnee lance,
42.20ma d'archi solo armati e di ben torte
42.21lanose fionde ad Ilio il seguitaro,
42.22e da quest'archi e queste fionde in campo
42.23scagliavano la morte, e de' Troiani
42.24le falangi rompean. Per questo modo,
42.25mentre gli Aiaci nella prima fronte
42.26di bell'arme precinti alla ruina
42.27del fiero Ettòr fann'argine, al lor tergo
42.28nascosti i Locri saettando sempre
42.29e frombolando, le ordinanze tutte
42.30turban de' Teucri omai smarriti e rotti.
42.31D'alta strage percossi allora i Troi
42.32da navi e tende si sarìan ritratti
42.33al ventoso Ilïon, se non volgea
42.34all'animoso Ettòr queste parole
42.35Polidamante: Ettorre, ai saggi avvisi
42.36tu mal presti l'orecchio. E perché Giove
42.37alto ti diede militar favore,
42.38vuoi tu forse per questo agli altri ir sopra
42.39di prudenza e consiglio? Ad un sol tempo
42.40tutto aver tu non puoi. Di Giove il senno
42.41largisce a questi la virtù guerriera,
42.42l'arte a quei della danza, ad altri il suono
42.43e il canto delle muse, ad altri in petto
42.44pon la saggezza che i mortai governa
42.45e le città conserva; e sânne il prezzo
42.46chi la possiede. Or io dirò l'avviso
42.47che mi sembra il miglior. Per tutto, il vedi,
42.48ti cinge il fuoco della guerra. I Teucri,
42.49con magnanimo ardir passato il muro,
42.50parte coll'armi già dan volta, e parte
42.51pugnano ancor, ma pochi incontro a molti,
42.52e spersi tutti fra le navi. Or dunque
42.53tu ti ritraggi alquanto, e tutti aduna
42.54qui del campo i migliori, e delle cose
42.55consultata la somma, si decida
42.56se delle navi ritentar si debba
42.57l'assalto, ove pur voglia un qualche iddio
42.58darne alfin la vittoria, o se più torni
42.59l'abbandonarle illesi. Il cor mi turba
42.60un timor che non paghi oggi il nemico
42.61il debito di ieri. In quelle navi
42.62posa un guerrier terribile, che all'armi
42.63per mia credenza desterassi in breve.
43.1Piacque ad Ettorre il salutar consiglio,
43.2e d'un salto gittandosi dal carro
43.3gridò: Polidamante, i più gagliardi
43.4tu qui dunque rattien, ch'io là ne vado
43.5a raddrizzar la pugna, e dato ai nostri
43.6buon ordine, farò pronto ritorno.
43.7Disse, e ratto partì con elevato
43.8capo, sembiante ad un'eccelsa rupe,
43.9e volando chiamava alto de' Teucri
43.10e delle schiere collegate i duci,
43.11che tosto, udita dell'eroe la voce,
43.12alla volta correan del Pantoìde
43.13Polidamante del valore amico.
44.1Di Dëìfobo intanto e del regale
44.2Eleno e dell'Asïade Adamante
44.3e dell'Irtacid'Asio iva per tutto
44.4qua e là tra i primi combattenti Ettorre
44.5dimandando e cercando. Alfin gli avvenne
44.6di ritrovarli, ma non tutti illesi
44.7né tutti in vita, ché domati alcuni
44.8dal ferro acheo giacean nanti alle poppe
44.9cadaveri deformi, altri tra il muro
44.10languìan feriti di diverso colpo.
44.11Dell'orrendo conflitto alla sinistra
44.12vide egli poscia della bella Argiva
44.13lo sposo rapitor che i suoi compagni
44.14confortava alla pugna. Gli fu sopra,
44.15e acerbe gli tonò queste parole:
45.1Ahi funesto di donne ingannatore,
45.2che di bello non porti altro che il viso,
45.3Dëìfobo dov'è? dove son l'armi
45.4d'Eleno, d'Asio, d'Adamante? dove
45.5Otrionèo? Dal sommo ecco già tutto
45.6il grand'Ilio precipita, e te pure
45.7l'ultimo danno, o sciagurato, aspetta.
46.1E il bel drudo a rincontro: Ettore, a torto
46.2tu mi rampogni. In altri tempi io forse
46.3un trascurato mi mostrai, non oggi.
46.4La madre un vile non mi fe'. Dal punto
46.5che il conflitto attaccasti appo le navi,
46.6da quel punto qui fermo e senza posa
46.7con gli Achei mi travaglio. I valorosi
46.8di che tu chiedi, caddero. Due soli
46.9Dëìfobo ed Elèno ambi alla mano
46.10feriti si partîr, sottratti a morte
46.11certo da Giove. Or dove il cor ti dice,
46.12guidami: io pronto seguirotti, e quanto
46.13potran mie forze, ti farò, mi spero,
46.14il mio valor palese. Oltre sua possa,
46.15benché abbondi il voler, nessuno è forte.
47.1Piegâr quei detti del fratello il core,
47.2e di conserva entrambi ove più ferve
47.3la mischia s'avvïâr. Pugnano quivi
47.4e Cebrïone e il buon Polidamante
47.5e il divin Polifète e Falce e Orteo,
47.6e i tre d'Ippozïon gagliardi figli
47.7Palmi, Mori ed Ascanio, dal gleboso
47.8suol d'Ascania venuti il dì precesso,
47.9e spinti all'armi dal voler de' numi.
47.10Come di venti impetuosi un turbo
47.11dal tuon di Giove generato piomba
47.12su la campagna, e con fracasso orrendo
47.13sovra il mar si diffonde: immensi e spessi
47.14bollono i flutti di canuta spuma,
47.15e con fiero mugghiar l'un l'altro incalza
47.16al risonante lido: a questa guisa
47.17in ristretti drappelli, e gli uni agli altri
47.18succedenti i Troiani e scintillanti
47.19tutti nell'armi ne venìan su l'orme
47.20de' condottieri, e precorreali Ettorre
47.21non minor del terribile Gradivo.
47.22Un tessuto di cuoi tondo brocchiero
47.23di molte piastre rinforzato il prode
47.24tiensi davanti, ed alle tempie intorno
47.25tutto lampeggia l'agitato elmetto.
47.26Sicuro all'ombra del suo gran pavese
47.27passo passo ei s'avanza, e d'ogni parte
47.28forar si studia le nemiche file,
47.29e sgominarle. Ma de' petti achei
47.30non si turba il coraggio, e mossi Aiace
47.31i larghi passi a provocarlo il primo:
47.32Accòstati, gli disse: e che pretendi
47.33tu fier spavaldo? sgomentar gli Achivi?
47.34Non siam nell'arte marzïal fanciulli,
47.35e chi ne doma non se' tu, ma Giove
47.36con funesto flagello. Se le navi
47.37strugger ti speri, a rintuzzarti pronte
47.38e noi pur anco abbiam le mani, e tutta
47.39struggeremo noi pria la tua superba
47.40cittade. A te predìco io poi che l'ora
47.41non è lontana, che tu stesso in fuga
47.42manderai preghi a Giove e a tutti i Divi
47.43che sian di penna di sparvier più ratti
47.44i corridori, che, diffuse al vento
47.45le belle chiome, porteranti a Troia
47.46entro un nembo di polve. — Avea quel fiero
47.47ciò detto appena, che alla dritta in alto
47.48un'aquila comparve. Alzâr le grida
47.49fatti più franchi a quell'augurio i Greci,
47.50ma non fu tardo alla risposta Ettorre:
48.1Stupida massa di carname, Aiace
48.2millantator, che parli? Eterno figlio
48.3così foss'io di Giove e dell'augusta
48.4Giuno, e onorato al par di Palla e Febo,
48.5come m'accerto che funesto a tutti
48.6vi sarà questo giorno: e tu fra' morti
48.7tu medesmo cadrai, se di mia lancia
48.8t'avrai l'ardire d'aspettar lo scontro.
48.9Rotto da questa e qui disteso il tuo
48.10vizzo corpaccio di sua pingue polpa
48.11gli augei di Troia farà sazi e i cani.
49.1Così detto, s'avanza, e con immenso
49.2urlo animosi gli van dopo i Teucri.
49.3Dall'altro lato memori gli Achivi
49.4della virtù guerriera, e del più scelto
49.5fiore di Troia intrepidi all'assalto,
49.6misero anch'essi un alto grido; e d'ambi
49.7gli eserciti il clamor ferìa le stelle
49.8e i raggianti di Giove almi soggiorni.
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