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Libro decimosecondo

1.1Così dentro alle tende medicava
1.2d'Eurìpilo la piaga il valoroso
1.3Menezìade. Frattanto alla rinfusa
1.4pugnan Teucri ed Achei; né scampo a questi
1.5è più la fossa omai, né l'ampio muro
1.6che l'armata cingea. L'avean gli Achivi
1.7senza vittime eretto a custodire
1.8i navigli e le prede. Edificato
1.9dunque malgrado degli Dei, gran tempo
1.10non durò. Finché vivo Ettore fue,
1.11e irato Achille, e Troia in piedi, il muro
1.12saldo si stette; ma de' Teucri estinte
1.13l'alme più prodi, e degli Achei pur molte,
1.14e al decim'anno Ilio distrutto, e il resto
1.15degli Argivi tornato al patrio lido,
1.16decretâr del gran muro la caduta
1.17Nettunno e Apollo, l'impeto sfrenando
1.18di quanti fiumi dalle cime idèe
1.19si devolvono al mar, Reso, Granìco,
1.20Rodio, Careso, Eptàporo ed Esèpo
1.21e il divino Scamandro e Simoenta
1.22che volge sotto l'onde agglomerati
1.23tanti scudi, tant'elmi e tanti eroi.
1.24Di questi rivoltò Febo le bocche
1.25contro l'alta muraglia, e vi sospinse
1.26nove giorni la piena. Intanto Giove,
1.27perché più ratto l'ingoiasse il mare,
1.28incessante piovea. Nettunno istesso
1.29precorrea le fiumane, e col tridente
1.30e coll'onda atterrò le fondamenta
1.31che di travi e di sassi v'avean posto
1.32i travagliosi Achivi; infin che tutta
1.33al piano l'adeguò lungo la riva
1.34dell'Ellesponto. Smantellato il muro,
1.35fe' di quel tratto un arenoso lido,
1.36e tornò le bell'acque al letto antico.
1.37Di Nettunno quest'era e in un d'Apollo
1.38l'opra futura. Ma la pugna intorno
1.39a quel valido muro or ferve e mugge.
2.1Cigolar delle torri odi percosse
2.2le compàgi, e gli Achei dentro le navi
2.3chiudonsi domi dal flagel di Giove,
2.4e paventosi dell'ettòreo braccio,
2.5impetuoso artefice di fuga;
2.6perocché pari a turbine l'eroe
2.7sempre combatte. E qual cinghiale o bieco
2.8leon cui fanno cacciatori e cani
2.9densa corona, di sue forze altero
2.10volve dintorno i truci occhi, né teme
2.11la tempesta de' dardi né la morte,
2.12ma generoso si rigira e guarda
2.13dove slanciarsi fra gli armati, e ovunque
2.14urta, s'arretra degli armati il cerchio;
2.15tal fra l'armi s'avvolge il teucro duce,
2.16i suoi spronando a valicar la fossa.
2.17Ma non l'ardìan gli ardenti corridori
2.18che mettean fermi all'orlo alti nitriti,
2.19dal varco spaventati arduo a saltarsi
2.20e a tragittarsi: perocché dintorno
2.21s'aprìan profondi precipizi, e il sommo
2.22margo d'acuti pali era munito,
2.23di che folto v'avean contro il nemico
2.24confitto un bosco gli operosi Achei,
2.25tal che passarvi non potean le rote
2.26di volubile cocchio. Ma bramosi
2.27ardean d'entrarvi e superarlo i fanti.
2.28Fattosi innanzi allor Polidamante
2.29ad Ettore sì disse: Ettore, e voi
2.30duci troiani e collegati, udite:
3.1Stolto ardire è il cacciar dentro la fossa
3.2gli animosi cavalli. E non vedete
3.3il difficile passo e la foresta
3.4d'acute travi, che circonda il muro?
3.5Di niuna guisa ai cavalier non lice
3.6calarsi in quelle strette a far conflitto,
3.7senza periglio di mortal ferita.
3.8Se il Tonante in suo sdegno ha risoluta
3.9degli Achei la ruina e il nostro scampo,
3.10ben io vorrei che questo intervenisse
3.11qui tosto, e che dal caro Argo lontani
3.12perdesser tutti coll'onor la vita.
3.13Ma se voltano fronte, e dalle navi
3.14erompendo con impeto, nel fondo
3.15ne stringono del fosso, allor, cred'io,
3.16niuno in Troia di noi nunzio ritorna
3.17salvo dal ferro de' conversi Achei.
3.18Diam dunque effetto a un mio pensier. Sul fosso
3.19ogni auriga rattenga i corridori,
3.20e noi pedoni, corazzati e densi
3.21tutti in punto seguiam l'orme d'Ettorre.
3.22Non sosterranno il nostro urto gli Achivi,
3.23se l'ora estrema del lor fato è giunta.
4.1Disse; e ad Ettore piacque il saggio avviso.
4.2Balzò dunque dal carro incontanente
4.3tutto nell'armi, e balzâr gli altri a gara,
4.4visto l'esempio di quel divo. Ognuno
4.5fe' precetto all'auriga di sostarsi
4.6co' destrieri alla fossa in ordinanza;
4.7ed essi in cinque battaglion divisi
4.8seguiro i duci. Andò la prima squadra
4.9con Ettore e col buon Polidamante,
4.10ed era questo il fiore e il maggior nerbo
4.11de' combattenti, desïosi tutti
4.12di spezzar l'alto muro, e su le navi
4.13portar la pugna: terzo condottiero
4.14li seguìa Cebrïon, messo in sua vece
4.15alla custodia dell'ettòreo carro
4.16altro men prode auriga. Erano i duci
4.17della seconda Paride, Alcatòo
4.18ed Agenorre. Della terza il divo
4.19Dëìfobo ed Elèno ed Asio, il prode
4.20d'Irtaco figlio, cui d'Arisba a Troia
4.21portarono e dall'onda Selleente
4.22due destrier di gran corpo e biondo pelo.
4.23Capitan della quarta era d'Anchise
4.24l'egregia prole, Enea, co' due d'Antènore
4.25pugnaci figli Archìloco e Acamante.
4.26Degl'incliti alleati è condottiero
4.27Sarpedonte, con Glauco e Asteropèo,
4.28da lui compagni del comando assunti
4.29come i più forti dopo sé, tenuto
4.30il più forte di tutti. In ordinanza
4.31posti i cinque drappelli, e di taurine
4.32targhe coperti, mossero animosi
4.33contro gli Achei, sperando entro le navi
4.34precipitarsi alfin senza ritegno.
5.1Mentre tutti e Troiani ed alleati
5.2al consiglio obbedìan dell'incolpato
5.3Polidamante, il duce Asio sol esso
5.4lasciar né auriga né corsier non volle,
5.5ma vêr le navi li sospinse. Insano!
5.6Que' corsieri, quel cocchio, ond'egli esulta,
5.7nol torranno alla morte, e dalle navi
5.8in Ilio no nol torneran. La nera
5.9Parca già il copre, e all'asta lo consacra
5.10del chiaro Deucalìde Idomenèo.
5.11Alla sinistra del naval recinto
5.12ove carri e cavalli in gran tumulto
5.13venìan cacciando i fuggitivi Achei,
5.14spins'egli i suoi corsier verso la porta,
5.15non già di sbarre assicurata e chiusa,
5.16ma spalancata e da guerrier difesa
5.17a scampo de' fuggenti. Il coraggioso
5.18flagellò drittamente i corridori
5.19a quella volta, e con acute grida
5.20altri il seguìan, sperandosi che rotti,
5.21senza far testa, nelle navi in salvo
5.22precipitosi fuggirìan gli Achivi.
5.23Stolta speranza! Custodìan la porta
5.24due fortissimi eroi, germi animosi
5.25de' guerrieri Lapiti. Era l'un d'essi
5.26Polipète, figliuol di Piritòo,
5.27l'altro il feroce Leontèo. Sublimi
5.28stavan quivi costor, sembianti a due
5.29eccelse querce in cima alla montagna,
5.30che ferme e colle lunghe ampie radici
5.31abbracciando la terra, eternamente
5.32sostengono la piova e le procelle;
5.33così fidati nelle man robuste,
5.34ben lungi dal voltar per tema il tergo,
5.35voltan anzi la fronte i due guerrieri,
5.36d'Asio aspettando la gran furia. Ed esso
5.37coll'Asiade Acamante, e con Oreste
5.38e Jameno e Toone ed Enomào
5.39sollevando gli scudi, il forte muro
5.40van con fracasso ad assalir. Ma fermi
5.41sull'ingresso i due prodi altrui fan core
5.42alla difesa delle navi. Alfine
5.43visti i Teucri avventarsi alla muraglia
5.44d'ogni parte, e fuggir con alto grido
5.45di spavento gli Achivi, impeto fece
5.46l'ardita coppia; e fiero anzi le porte
5.47un conflitto attaccâr, come silvestri
5.48verri ch'odon sul monte avvicinarsi
5.49il fragor della caccia: impetuosi
5.50fulminando a traverso, a sé dintorno
5.51rompon la selva, schiantano la rosta
5.52dalle radici, e sentir fanno il suono
5.53del terribile dente, infin che colti
5.54d'acuto strale perdono la vita;
5.55di questi due così sopra i percossi
5.56petti sonava il luminoso acciaro,
5.57e così combattean, nelle gagliarde
5.58destre fidando, e nel valor di quelli
5.59che di sopra dai merli e dalle torri
5.60piovean nembi di sassi alla difesa
5.61delle tende, dei legni e di sé stessi.
5.62Cadean spesse le pietre come spessa
5.63la grandine cui vento impetuoso
5.64di negre nubi agitator riversa
5.65sull'alma terra; né piovean gli strali
5.66sol dalle mani achive, ma ben anco
5.67dalle troiane, e al grandinar de' sassi
5.68smisurati mettean roco un rimbombo
5.69gli elmi percossi e i risonanti scudi.
6.1Fremendo allor si batté l'anca il figlio
6.2d'Irtaco, e disse disdegnoso: O Giove
6.3e tu pur ti se' fatto ora l'amico
6.4della menzogna? Chi pensar potea
6.5contro il nerbo di nostre invitte mani
6.6tal resistenza dagli Achei? Ma vélli
6.7che come vespe maculose in erti
6.8nidi nascoste, a chi dà lor la caccia
6.9s'avventano feroci, e per le cave
6.10case e pe' figli battagliar le vedi:
6.11così costor, benché due soli, addietro
6.12dar non vonno che morti o prigionieri.
7.1Così parlava, né perciò di Giove
7.2si mutava il pensier, che al solo Ettorre
7.3dar la palma volea. Aspro degli altri
7.4all'altre porte intanto era il conflitto.
7.5Ma dura impresa mi sarìa dir tutte,
7.6come la lingua degli Dei, le cose.
7.7Perocché quanto e lungo il saldo muro
7.8tutto è vampo di Marte. Alta costringe
7.9necessità, quantunque egri, gli Achei
7.10a pugnar per le navi; e degli Achei
7.11tutti eran mesti in cielo i numi amici.
8.1Qui cominciâr la pugna i due Lapiti.
8.2Vibrò la lancia il forte Polipète,
8.3e Damaso colpì tra le ferrate
8.4guance dell'elmo. L'elmo non sostenne
8.5la furiosa punta che, spezzati
8.6i temporali, gli allagò di sangue
8.7tutto il cerèbro, e morto lo distese:
8.8indi all'Orco Pilon spinse ed Ormeno.
8.9Né la strage è minor di Leontèo,
8.10d'Antìmaco figliuolo anzi di Marte.
8.11Sul confin della cintola ei percote
8.12Ippomaco coll'asta: indi cavata
8.13dal fodero la daga, per lo mezzo
8.14della turba si scaglia, e pria d'un colpo
8.15tasta Antifonte che supin stramazza;
8.16poi rovescia Menon, Jameno, Oreste,
8.17tutti l'un sovra l'altro nella polve.
9.1Mentre che Polipète e Leontèo
9.2delle bell'armi spogliano gli uccisi,
9.3la numerosa e di gran core armata
9.4troiana gioventude, impaziente
9.5di spezzar la muraglia, arder le navi,
9.6Polidamante ed Ettore seguìa,
9.7i quai repente all'orlo della fossa
9.8irresoluti s'arrestâr dubbiando
9.9di passar oltre: perocché sublime
9.10un'aquila comparve, che sospeso
9.11tenne il campo a sinistra. Il fero augello
9.12stretto portava negli artigli un drago
9.13insanguinato, smisurato e vivo,
9.14ancor guizzante, e ancor pronto all'offese;
9.15sì che vôlto a colei che lo ghermìa,
9.16lubrico le vibrò tra il petto e il collo
9.17una ferita. Allor la volatrice,
9.18aperta l'ugna per dolor, lasciollo
9.19cader dall'alto fra le turbe, e forte
9.20stridendo sparve per le vie de' venti.
10.1Visto in terra giacente il maculato
10.2serpe, prodigio dell'Egìoco Giove,
10.3inorridiro i Teucri, e fatto avanti
10.4all'intrepido Ettòr Polidamante
10.5sì prese a dir: Tu sempre, ancorché io porti
10.6ottimi avvisi in parlamento, o duce,
10.7hai pronta contro me qualche rampogna,
10.8né pensi che non lice a cittadino
10.9né in assemblea tradir né in mezzo all'armi
10.10la verità, servendo all'augumento
10.11di tua posanza. Dirò franco adunque
10.12ciò che il meglio or mi sembra. Non si veda
10.13coll'armi ad assalir le navi achee.
10.14Il certo evento che n'attende è scritto
10.15nell'augurio comparso alla sinistra
10.16dell'esercito nostro, appunto in quella
10.17che si volea travalicar la fossa,
10.18dico il volo dell'aquila portante
10.19nell'ugna un drago sanguinoso, immane
10.20e vivo ancor. Com'ella cader tosto
10.21lasciò la preda, pria che al caro nido
10.22giungesse, e pasto la recasse a' suoi
10.23dolci nati; così, quando n'accada
10.24pur de' Greci atterrar le porte e il muro
10.25e farne strage, non pensar per questo
10.26di ritornarne con onor; ché indietro
10.27molti Troiani lasceremo ancisi
10.28dall'argolico ferro, combattente
10.29per la tutela delle navi. Ognuno,
10.30che ben la lingua de' prodigi intenda
10.31e da' profani riverenza ottegna,
10.32questo verace interpretar farìa.
11.1Lo guatò bieco Ettorre, e gli rispose:
11.2Polidamante, il tuo parlar non viemmi
11.3grato all'orecchio, e una miglior sentenza
11.4or dal tuo labbro m'attendea. Se parli
11.5persuaso e davvero, io ti fo certo
11.6che l'ira degli Dei ti tolse il senno,
11.7poiché m'esorti ad obbliar di Giove
11.8le giurate promesse, e all'ale erranti
11.9degli augelli obbedir; de' quai non curo,
11.10se volino alla dritta ove il sol nasce,
11.11o alla sinistra dove muor. Ben càlmi
11.12del gran Giove seguir l'alto consiglio,
11.13ch'ei de' mortali e degli Eterni è il sommo
11.14imperadore. Augurio ottimo e solo
11.15è il pugnar per la patria. Perché tremi
11.16tu dei perigli della pugna? Ov'anco
11.17cadiam noi tutti tra le navi ancisi,
11.18temer di morte tu non dei, ché cuore
11.19tu non hai d'aspettar l'urto nemico,
11.20né di pugnar. Se poi ti rimanendo
11.21lontano dal conflitto, esorterai
11.22con codarde parole altri a seguire
11.23la tua viltà, per dio! che tu percosso
11.24da questa lancia perderai la vita.
12.1Si spinse avanti così detto, e gli altri
12.2con alte grida lo seguièno. Allora
12.3il Folgorante dall'idèa montagna
12.4un turbine destò, che drittamente
12.5verso le navi sospingea la polve,
12.6e agli Achivi rapìa gli occhi e l'ardire,
12.7ad Ettorre il crescendo ed a' Troiani
12.8che nel prodigio e nelle proprie forze
12.9confidati assalîr l'alta muraglia
12.10per diroccarla. E già divelti i merli
12.11delle torri cadean, già le bertesche
12.12si sfasciano, e le leve alto sollevano
12.13gli sporgenti pilastri, eccelso e primo
12.14fondamento alle torri. Intorno a questi
12.15travagliansi i Troiani, ampia sperando
12.16aprir la breccia. Né perciò d'un passo
12.17s'arretrano gli Achei, ma di taurine
12.18targhe schermo facendo alle bastite,
12.19ferìan da quelle chi venìa di sotto.
13.1Animosi dall'una all'altra torre
13.2l'acheo valor svegliando ambo frattanto
13.3scorrean gli Aiaci, e con parole or dure
13.4or blande rampognando i neghittosi,
13.5O compagni, dicean, quanti qui siamo
13.6primi, secondi ed infimi (ché tutti
13.7non siamo eguali nel pugnar, ma tutti
13.8necessari), or gli è tempo, e lo vedete,
13.9d'oprar le mani. Non vi sia chi pieghi
13.10dunque alle navi per timor di vana
13.11minaccia ostil, ma procedete avanti,
13.12e l'un l'altro incoratevi, e mertate
13.13che l'Olimpio Tonante vi conceda
13.14di risospinger l'inimico, e rotto
13.15inseguirlo fin dentro alle sue mura.
14.1Sì sgridando, animâr l'acheo certame.
14.2Come cadono spessi ai dì vernali
14.3i fiocchi della neve, allorché Giove
14.4versa incessante, addormentati i venti,
14.5i suoi candidi nembi, e l'alte cime
14.6delle montagne inalba e i campi erbosi,
14.7e i pingui seminati e i porti e i lidi:
14.8l'onda sola del mar non soffre il velo
14.9delle fioccanti falde onde il celeste
14.10nembo ricopre delle cose il volto;
14.11tale allor densa di volanti sassi
14.12la tempesta piovea quinci da' Teucri
14.13scagliata e quindi dagli Achivi; e immenso
14.14sorgea rumor per tutto il lungo muro.
14.15Ma né i Troiani né l'illustre Ettorre
14.16n'avrìan le porte spezzato e le sbarre,
14.17se alfin contro gli Achei non incitava
14.18Giove l'ardir del figlio Sarpedonte,
14.19quale in mandra di buoi fiero lïone.
14.20Imbracciossi l'eroe subitamente
14.21il bel rotondo scudo, ricoperto
14.22di ben condotto sottil bronzo, e dentro
14.23v'avea l'industre artefice cucito
14.24cuoi taurini a più doppi, e orlato intorno
14.25d'aurea verga perenne il cerchio intero.
14.26Con questo innanzi al petto, e nella destra
14.27due lanciotti vibrando, incamminossi
14.28qual montano lïon che, stimolato
14.29da lunga fame e dal gran cor, l'assalto
14.30tenta di pieno ben munito ovile;
14.31e quantunque da' cani e da' pastori
14.32tutti sull'armi custodito il trovi,
14.33senza prova non soffre esser respinto
14.34dal pecorile, ma vi salta in mezzo
14.35e vi fa preda, o da veloce telo
14.36di man pronta riceve aspra ferita:
14.37tale il divino Sarpedon dal forte
14.38suo cor quel muro ad assalir fu spinto
14.39e a spezzarne i ripari. E vôlto a Glauco
14.40d'Ippoloco figliuol, Glauco, gli disse,
14.41perché siam noi di seggio, e di vivande
14.42e di ricolme tazze innanzi a tutti
14.43nella Licia onorati ed ammirati
14.44pur come numi? Ond'è che lungo il Xanto
14.45una gran terra possediam d'ameno
14.46sito, e di biade fertile e di viti?
14.47Certo acciocché primieri andiam tra' Licii
14.48nelle calde battaglie, onde alcun d'essi
14.49gridar s'intenda: Glorïosi e degni
14.50son del comando i nostri re: squisita
14.51è lor vivanda, e dolce ambrosia il vino,
14.52ma grande il core, e nella pugna i primi.
14.53Se il fuggir dal conflitto, o caro amico,
14.54ne partorisse eterna giovinezza,
14.55non io certo vorrei primo di Marte
14.56i perigli affrontar, ned invitarti
14.57a cercar gloria ne' guerrieri affanni.
14.58Ma mille essendo del morir le vie,
14.59né scansar nullo le potendo, andiamo:
14.60noi darem gloria ad altri, od altri a noi.
15.1Disse, né Glauco si ritrasse indietro,
15.2né ritroso il seguì. Con molta mano
15.3dunque di Licii s'avvïâr. Li vide
15.4rovinosi e diritti alla sua torre
15.5affilarsi il Petìde Menestèo,
15.6e sgomentossi. Girò gli occhi intorno
15.7fra gli Achivi spiando un qualche duce
15.8che lui soccorra e i suoi compagni insieme.
15.9Scorge gli Aiaci che indefessi e fermi
15.10sostenean la battaglia, e avean dappresso
15.11Teucro pur dianzi della tenda uscito.
15.12Ma non potea far loro a verun modo
15.13le sue grida sentir, tanto è il fragore
15.14di che l'aria rimbomba alle percosse
15.15degli scudi, degli elmi e delle porte
15.16tutte a un tempo assalite, onde spezzarle
15.17e spalancarle. Immantinente ei dunque
15.18manda ad Aiace il banditor Toota,
15.19e, Va, gli dice, illustre araldo, vola,
15.20chiama gli Aiaci, chiamali ambedue,
15.21ché questo è il meglio in sì grand'uopo. Un'alta
15.22strage qui veggo già imminente. I duci
15.23del licio stuol con tutta la lor possa
15.24qua piombano, e mostrâr già in altro incontro
15.25ch'elli son nelle zuffe impetuosi.
15.26S'ambo gli eroi ch'io chiedo, in gran travaglio
15.27si trovano di guerra, almen ne vegna
15.28il forte Aiace Telamònio, e il segua
15.29Teucro coll'arco di ferir maestro.
16.1Corse l'araldo obbedïente, e ratto
16.2per la lunga muraglia traversando
16.3le file degli Achei, giunse agli Aiaci,
16.4e con preste parole, Aiaci, ei disse,
16.5incliti duci degli Argivi, il caro
16.6nobile figlio di Petèo vi prega
16.7d'accorrere veloci, ed aitarlo
16.8alcun poco nel rischio in che si trova.
16.9Prègavi entrambi per lo meglio. Un'alta
16.10strage gli è sopra: perocché di tutta
16.11forza si vanno a rovesciar sovr'esso
16.12i licii capitani, e di costoro
16.13l'impeto è noto nel pugnar. Se voi
16.14siete in gran briga voi medesmi, almeno
16.15vien tu, forte figliuol di Telamone,
16.16e tu, Teucro, signor d'arco tremendo.
17.1Tacque, ed il grande Telamònio figlio
17.2al figlio d'Oïlèo si volse e disse:
17.3Tu, Aiace, e tu forte Licomede
17.4qui restatevi entrambi, ed infiammate
17.5l'acheo coraggio alla battaglia. Io volo
17.6colà allo scontro del nemico, e data
17.7la chiesta aita, subito ritorno.
18.1Partì l'eroe, ciò detto, ed il germano
18.2Teucro il seguiva, e Pandion portante
18.3l'arco di Teucro. Costeggiando il muro
18.4alla torre arrivâr di Menestèo:
18.5ed entrâr nella zuffa, appunto in quella
18.6che a negro turbo simiglianti i duci
18.7animosi de' Licii avean de' merli
18.8già vinto il sommo. Si scontrâr gli eroi
18.9fronte a fronte, e levossi alto clamore.
18.10Primo l'Aiace Telamònio uccise
18.11il magnanimo Epìcle, un caro amico
18.12di Sarpedon. Giacea sull'ardua cima
18.13della muraglia un aspro enorme sasso,
18.14tal che niun de' presenti, anco sul fiore
18.15delle forze, il potrebbe agevolmente
18.16a due man sollevar. Ma lieve in alto
18.17levollo Aiace, e lo scagliò. L'orrendo
18.18colpo diruppe il bacinetto, e tutte
18.19l'ossa del capo sfracellò. Dall'alta
18.20torre il percosso a notator simìle
18.21cadde, e l'alma fuggì. Teucro di poi
18.22di strale a Glauco il nudo braccio impiaga
18.23mentre il muro assalisce, e lo costrigne
18.24la pugna abbandonar. Glauco d'un salto
18.25giù dagli spaldi gittasi furtivo,
18.26onde nessuno degli Achei s'avvegga
18.27di sua ferita, e villanìa gli dica.
18.28Ben se n'accorse Sarpedonte, ed alta
18.29dell'amico al partir doglia il trafisse.
18.30Ma non lentossi dalla pugna, e giunto
18.31colla lancia il Testòride Alcmeone,
18.32gliela ficca nel petto, e a sé la tira.
18.33Segue il trafitto l'asta infissa, e cade
18.34boccone, e l'armi risonâr sovr'esso.
18.35Colla man forte quindi il licio duce
18.36un merlo afferra, a sé lo tragge, e tutto
18.37lo dirocca. Snudossi al suo cadere
18.38la superna muraglia, e larga a molti
18.39fece la strada. Allor ristretti insieme
18.40mossero contra Sarpedonte i due
18.41Telamonìdi, e Teucro d'uno strale
18.42al petto il saettò. Raccolse il colpo
18.43il lucente fermaglio dell'immenso
18.44scudo, ché Giove dal suo figlio allora
18.45allontanò la Parca, e non permise
18.46che davanti alle navi egli cadesse.
18.47L'assalse Aiace ad un medesmo tempo,
18.48e allo scudo il ferì. Tutto passollo
18.49la fiera punta, ed aspramente il caldo
18.50guerrier represse. Dagli spaldi adunque
18.51recede alquanto ei sì, ma non del tutto,
18.52ché il cor pur anco gli porgea speranza
18.53della vittoria, e al suo fedel drappello
18.54rivòltosi, gridò: Licii guerrieri,
18.55perché l'impeto vostro si rallenta?
18.56Benché forte io mi sia, solo poss'io
18.57atterrar questo muro, ed alle navi
18.58aprir la strada? A me v'unite or dunque,
18.59ché forza unita tutto vince. — Ei disse,
18.60e vergognosi rispettando i Licii
18.61le regali rampogne, s'addensaro
18.62dintorno al saggio condottier. Dall'altro
18.63lato gli Argivi nell'interno muro
18.64rinforzan le falangi, e d'ambe parti
18.65cresce il travaglio della dura impresa.
18.66Perocché né il valor degli animosi
18.67Licii a traverso dell'infranto muro
18.68alle navi potea farsi la strada,
18.69né i saettanti Achei dall'occupata
18.70muraglia i Licii discacciar: ma quale
18.71in poder che comune abbia il confine,
18.72fan due villan, la pertica alla mano,
18.73del limite baruffa, e poca lista
18.74di terra è tutto della lite il campo:
18.75così dei merli combattean costoro,
18.76e sovra i merli contrastati un fiero
18.77spezzar si fea di scudi e di brocchieri
18.78su gli anelanti petti; e molti intorno
18.79cadean gli uccisi; altri dal crudo acciaro
18.80nel voltarsi trafitti il tergo ignudo;
18.81altri, ed erano i più, da parte a parte
18.82trapassati le targhe. Da per tutto
18.83torri e spaldi rosseggiano di sangue
18.84e troiano ed acheo; né fra gli Achei
18.85nullo ancor segno si vedea di fuga.
19.1Siccome onesta femminetta, a cui
19.2procaccia il vitto la conocchia, in mano
19.3tien la bilancia, e vi sospende e pesa
19.4con rigorosa trutina la lana,
19.5onde i suoi figli sostentar di scarso
19.6alimento; così de' combattenti
19.7equilibrata si tenea la pugna,
19.8finché l'ora pur venne in che dovea
19.9spinto da Giove superar primiero
19.10Ettore la muraglia. Alza ei repente
19.11la terribile voce, ed, Accorrete,
19.12grida, o forti Troiani, urtate il muro,
19.13spezzatelo, gittate alfin le fiamme
19.14vendicatrici nella classe achea.
20.1L'udiro i Teucri, ed incitati e densi
20.2avventârsi ai ripari, e sovra il muro
20.3montâr coll'aste in pugno. Appo le porte
20.4un immane giacea macigno acuto:
20.5non l'avrìan mosso agevolmente due
20.6de' presenti mortali anche robusti
20.7per carreggiarlo. A questo diè di piglio
20.8Ettore; ed alto sollevollo, e solo
20.9senza fatica l'agitò; ché Giove
20.10in man del duce lo rendea leggiero.
20.11E come nella manca il mandriano
20.12lieve sostien d'un ariète il vello,
20.13insensibile peso; a questa guisa
20.14Ettore porta sollevato in alto
20.15l'enorme sasso, e va dirittamente
20.16contro l'assito che compatto e grosso
20.17delle porte munìa la doppia imposta,
20.18da due forti sbarrata internamente
20.19spranghe traverse, ed uno era il serrame.
20.20Fattosi appresso, ed allargate e ferme
20.21saldamente le gambe, onde con forza
20.22il colpo liberar, percosse il mezzo.
20.23Al fulmine del sasso sgangherârsi
20.24i cardini dirotti; orrendamente
20.25muggîr le porte, si spezzâr le sbarre,
20.26si sfracellò l'assito, e d'ogni parte
20.27le schegge ne volâr; tale fu il pondo
20.28e l'impeto del sasso che di dentro
20.29cadde e posò. Pel varco aperto Ettorre
20.30si spinse innanzi simigliante a scura
20.31ruinosa procella. Folgorava
20.32tutto nell'armi di terribil luce;
20.33scotea due lance nelle man; gli sguardi
20.34mettean lampi e faville, e non l'avrìa,
20.35quando ei fiero saltò dentro le porte,
20.36rattenuto verun che Dio non fosse.
20.37Alle sue schiere allor si volse, e a tutte
20.38comandò di varcar l'achea trinciera.
20.39Obbediro i Troiani; immantinente
20.40altri il muro salîr, altri innondaro
20.41le spalancate porte. Al mar gli Achivi
20.42fuggono, e immenso ne seguìa tumulto.
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