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IL PERICOLO

Poesie

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1.1Stendi, fido amor mio, sposa diletta,
1.2a quell'arpa la man, che la soave
1.3dolce fatica di tue dita aspetta:
2.1svegliami l'armonia ch'entro le cave
2.2latebre alberga del sonoro legno,
2.3e de' forti pensier volgi la chiave:
3.1ch'io le vene tremar sento e l'ingegno,
3.2ed agitarsi all'appressar del dio
3.3sul crin l'alloro e di furor dar segno.
4.1Ove, Febo, mi traggi? ove son io?
4.2Non è questa la Senna e la famosa
4.3riva che tanto di veder desio?
5.1Salve, o fiume che l'onda gloriosa
5.2dell'Ilisso vincesti e dell'Eurota
5.3e fai quella del Tebro andar pensosa!
6.1Qual t'è maniera di bell'opre ignota?
6.2Qual fonte ascoso di saper? qual'arte?
6.3E chi, dovunque il sol volge la rota,
7.1chi meglio parla al cor, verga le carte?
7.2Qual più bella ed al Ciel terra gradita
7.3della terra che in grembo ha Bonaparte?
8.1Oh più che d'arme, di valor vestita,
8.2gallica Libertà, cui sola diede
8.3la ragion di Sofia principio e vita!
9.1Di te tremano i troni; ed al tuo piede
9.2palpitanti i tiranni, pace pace
9.3gridan, giurando riverenza e fede:
10.1Ma se fede è sul labbro, il cor fallace
10.2sol di sangue ragiona e di vendetta,
10.3che in re vili e superbi unqua non tace.
11.1Oh cara, oh santa Libertà, che stretta
11.2di nodi ti rinfranchi, e viepiù bella
11.3da' tuoi mali risorgi e più perfetta!
12.1Alma d'invidia e di vil odio ancella,
12.2alma avara e crudel non è tua figlia,
12.3né cui febbre d'orgoglio il cor martella.
13.1Libera è l'alma che gli affetti imbriglia,
13.2libero l'uomo cui ragion corregge
13.3e onor giustizia cortesia consiglia.
14.1Liberi tutti, se dover ne regge
14.2in pria che dritto, e santità ne guida
14.3più di costumi che poter di legge. -
15.1Queste cose io volgea dentro la fida
15.2mente segreta, allor che voce acuta
15.3in suon di doglia e di pietà mi grida:
16.1- Ah che nel petto de' miei figli è muta
16.2la virtù di che parli, o pellegrino. -
16.3Disse; e in pianto la voce andò perduta.
17.1Mi volsi; e in volto che apparìa divino
17.2donna vidi seder, che della manca
17.3fa letto al capo addolorato e chino.
18.1La destra in grembo dolcemente stanca
18.2cade, e posa. Degli occhi io non favello,
18.3che son due rivi; e più piange, più manca
19.1del conforto la voglia. Al piè sgabello
19.2le fan rotti un diadema ed uno scetro,
19.3e di Bruto l'insegna è il suo cappello.
20.1Volea parlarle e dimandar: ma dietro
20.2tomba aprirsi m'intesi, e la figura
20.3mi sopravvenne d'un orrendo spetro.
21.1Impetrommi le membra la paura;
21.2e trema la memoria al rio pensiero,
21.3che vivo nella mente ancor mi dura.
22.1Più che buio d'inferno ei fosco e fiero
22.2portava il ciglio, e livido l'aspetto
22.3d'un cotal verde che morìa nel nero.
23.1Delle occhiaie dal naso e dall'infetto
23.2labbro la tabe uscìa sanguigna e pesta,
23.3che tutto gli rigava il mento e il petto:
24.1e scomposte le chiome in su la testa
24.2d'irti vepri parean selva selvaggia,
24.3ch'aspro il vento rabbuffa e la tempesta.
25.1Striscia di sangue il collo gli viaggia,
25.2che della scure accenna la percossa:
25.3il capo ne vacilla, e par che caggia.
26.1Stracciato e sparso d'aurei gigli indossa
26.2manto regal, che il marcio corpo e guasto
26.3scopre al mover dell'anca e le scarne ossa,
27.1e de' vermi rivela il fiero pasto,
27.2che nel putrido ventre cavernoso
27.3brullicando per fame avean contrasto.
28.1All'apparir che fece il tenebroso
28.2regal fantasma, la donna affannata
28.3il mesto sollevò ciglio pensoso:
29.1e a lui che intorno avidamente guata
29.2fra tema e sdegno: - A che venisti, disse,
29.3o fatal di Capeto ombra spietata? -
30.1Non rispose il crudel; ma obliquo fisse
30.2gli occhi no ma degli occhi le caverne
30.3in ella; ed ella in lui gli occhi rifisse.
31.1Così guatarsi entrambi; e nell'interne
31.2del cor latebre ognun si penetrava,
31.3ché il pensier per la vista ancor si scerne.
32.1L'un d'ira, e l'altra di terror tremava.
32.2Superbamente alfin l'ombra si mosse,
32.3e a cadenza le lunghe orme mutava.
33.1Con feroce dispetto al piè chinosse
33.2di quella dolorosa: il calpestato
33.3scettro raccolse, ed alto in man lo scosse:
34.1poi l'infranto diadema insanguinato
34.2sul capo impose, e lo calcò sì forte,
34.3che il crin ne giacque oppresso e imprigionato.
35.1Allor si feo gigante; e colle torte
35.2vuote lucerne disfidar parea
35.3Europa e l'altre tre sorelle a morte.
36.1Facea tre passi; e al terzo si volgea
36.2in su i calcagni eretto e su i vestigi;
36.3e ad ogni passo di terror crescea.
37.1È sacro a Libertà luogo in Parigi,
37.2ove pose la Dea suo trono immoto
37.3quando sdegnosa ne balzò Luigi:
38.1ivi seduti e liberi in lor voto
38.2stan cinquecento, che alle sante leggi
38.3per cinquecento fantasie dan moto.
39.1O tu che su le carte il senno leggi
39.2di quel consesso che in Atene il crime
39.3punìa de' numi dai tremendi seggi,
40.1o la severa maestà sublime
40.2di quei coscritti che la muta terra
40.3reggean col cenno dalle sette cime;
41.1di questi ond'io ti parlo, in mente afferra
41.2i magnanimi sensi e la grandezza
41.3ma non l'ira il furor l'odio la guerra.
42.1Qual dell'Euripo è il flutto che si spezza
42.2contro gli scogli della rauca Eubea,
42.3tal di questi il fracasso e la fierezza:
43.1né diversa era l'onda cianea,
43.2o quella che soffrì di Serse il ponte,
43.3quando al cozzo d'Europa Asia correa.
44.1Improvviso, e sembiante ad arduo monte,
44.2qui comparve lo spettro maladetto:
44.3tremar gli scanni, e i crin rizzarsi in fronte.
45.1Stette in mezzo; girò torvo l'aspetto;
45.2e stendendo la man spolpata e lunga,
45.3con lo scettro toccò questo e quel petto.
46.1Come è scosso colui che il dito allunga
46.2al leidense vetro che fiammeggia
46.3e par che snodi i nervi e li trapunga;
47.1così del crudo ai colpi arde e vampeggia
47.2ogni seno percosso; e amor disio
47.3dell'estinto tiranno i cuor dardeggia.
48.1E subito un tumulto un mormorìo,
48.2e d'accenti un conflitto e di pensieri
48.3da quelle bocche fulminanti uscìo;
49.1e parole di morte onde que' feri
49.2van susurrando, simiglianti a tuono
49.3che iracondo del ciel scorre i sentieri.
50.1Tremò di Libertade il santo trono;
50.2tremò Parigi, intorbidossi Senna
50.3alle spade civili in abbandono:
51.1ma di Vandea le valli e di Gebenna
51.2si rallegrar le rupi, ed un muggito
51.3mandar di gioia alla mal vinta Ardenna.
52.1L'Istro udillo; e levò più ch'anzi ardito
52.2il mozzo corno, e al suo scettrato augello
52.3fe' l'italo sperar nido rapito:
53.1l'udì Sebeto, e rise in suo bordello:
53.2Roma udillo, e la lupa tiberina
53.3sollevò il muso e si fe' liscio il vello.
54.1Ma la vergine casta cisalpina
54.2mise un sospiro: e a quel sospir snudati
54.3mille brandi fuggir dalla vagina;
55.1ché al dolor di costei, di Francia i fati
55.2visti in periglio, alzar la fronte i figli
55.3d'ira di ferro e di pietade armati;
56.1e su i pugnali tuttavia vermigli
56.2fer di salvarla sacramento, tutti
56.3arruffando feroci i sopraccigli.
57.1Di Sambra e Mosa i bellicosi flutti
57.2risposero a quel giuro; e allor non tenne
57.3i rai la Donna di Parigi asciutti.
58.1Chiudi la bocca, ohimè! frena le penne,
58.2loquace fama, e fra' nemici il pianto
58.3deh non si sappia che colei sostenne.
59.1E voi che crudi della madre il santo
59.2petto offendete, al suo tiranno antico
59.3ricuperando la corona e il manto,
60.1al suo tiranno, al suo tiranno, io dico;
60.2che tentate infelici? Ah! se tal guerra
60.3le danno i figli, che farà il nemico?
61.1Già non più vacillanti in su la terra,
61.2acquistan piede e fondamento i troni:
61.3già Lamagna, già l'avida Inghilterra
62.1fan su la Senna di lor voce i tuoni
62.2mormorar più possenti, a cui risponde
62.3il signor de' settemplici trioni.
63.1Già de' suoi vanni le dalmatich'onde
63.2copre l'aquila ingorda, a cui cresciute
63.3son l'ugne che del Po perse alle sponde;
64.1e alla sua vista pavide e sparute
64.2cela le corna l'ottomana luna,
64.3e l'isolette dell'Egeo stan mute.
65.1Tradita intanto l'itala fortuna
65.2di voi duolsi, di voi che libertade
65.3le contendete non divisa ed una;
66.1e con furor che in basse alme sol cade,
66.2tutto scoprendo all'inimico il fianco,
66.3in voi stessi volgete empi le spade.
67.1Già non aveste il cor sì baldo e franco,
67.2quando su l'Alpi la tedesca e sarda
67.3rabbia ruggiva; e non avea pur anco
68.1di Bonaparte l'anima gagliarda
68.2le cozie porte superate, e doma
68.3di Piemonte la valle e la lombarda.
69.1Ei vi fe' tersa e lucida la chioma:
69.2ei pugnando e vincendo e stanco mai,
69.3de' vostri mali alleviò la soma:
70.1ei vi fe' ricchi ed eleganti e gai:
70.2ei vi fece superbi; e se non basta,
70.3ingrati e vili: e ciò fu colpa assai.
71.1Or dritto è ben se della tanta e vasta
71.2sua fatica ed impresa una mercede
71.3sì ria gli torna, e infamia gli sovrasta:
72.1dritto è ben se l'Italia che vi diede
72.2d'auro e d'arte tesori, or la meschina
72.3aita indarno e libertà vi chiede.
73.1Poté, oh vergogna!, la virtù latina
73.2domar la greca, e libere le genti
73.3mandar, compenso della sua rapina:
74.1e voi, Franchi, di Bruto ai discendenti,
74.2voi premio d'amistà premio d'affanni,
74.3sol catene darete e tradimenti?
75.1Deh! non rida all'idea de' nostri danni
75.2la serva Europa, né di voi sia detta
75.3fra gli amici quest'onta e fra' tiranni.
76.1Non più spregio di noi, non più negletta
76.2l'itala sorte, e fra voi stessi aperta
76.3non più lite, per dio, non più vendetta!
77.1o servitù tra poco e dura e certa
77.2voi pur v'avrete; e giusta fia la pena.
77.3Ha cuor villano, e libertà non merta
77.4chi l'amico lasciò nella catena.
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