about
people
how to cite
dataset
versions
json schema
resources
browse
search
authors
books

ALLA MARCHESA ANNA MALASPINA DELLA BASTIA

Poesie

PoeTree.it

1.1I bei carmi divini, onde i sospiri
1.2in tanto grido si levâr d'Aminta,
1.3sì che parve minor della zampogna
1.4l'epica tromba, e al paragon geloso
1.5dei primi onori dubitò Goffredo,
1.6non è, Donna immortal, senza consiglio
1.7che al tuo nome li sacro, e della tua
1.8per senno e per beltade inclita figlia
1.9l'orecchio e il core a lusingar li reco,
1.10or che di prode giovinetto in braccio
1.11Amor la guida. Amor più che le Muse
1.12a Torquato dettò questo gentile
1.13ascrèo lavoro; e infino allor più dolce
1.14linguaggio non avea posto quel Dio
1.15su mortal labbro, benché assai di Grecia
1.16erudito l'avessero i maestri,
1.17e quel di Siracusa, e l'infelice
1.18esul di Ponto. Or qual v'ha cosa in pregio
1.19che ai misteri d'Amor più si convegna
1.20d'amoroso volume? E qual può dono
1.21al genio Malaspino esser più grato
1.22che il canto d'Elicona? Al suo favore
1.23più che all'ombre cirrèe crebber mai sempre
1.24famose e verdi l'apollinee frondi,
1.25"onor d'Imperatori e di Poeti".
1.26Del gran padre Alighier ti risovvenga,
1.27quando ramingo dalla patria, e caldo
1.28d'ira e di bile ghibellina il petto,
1.29per l'itale vagò guaste contrade,
1.30fuggendo il vincitor guelfo crudele,
1.31simile ad uom che va di porta in porta
1.32accattando la vita. Il fato avverso
1.33stette contra il gran Vate, e contra il fato
1.34Morello Malaspina. Egli all'illustre
1.35esul fu scudo: liberal l'accolse
1.36l'amistà sulle soglie, e il venerando
1.37ghibellino parea Giove nascoso
1.38nella casa di Pelope. Venute
1.39le fanciulle di Pindo eran con esso,
1.40l'itala Poesia bambina ancora
1.41seco traendo, che gigante e diva
1.42si fe' di tanto precettore al fianco:
1.43poiché un nume gli avea fra le tempeste
1.44fatto quest'ozio. Risonò il castello
1.45dei cantici divini, e il nome ancora
1.46del sublime cantor serba la torre.
1.47Fama è ch'ivi talor melodioso
1.48errar s'oda uno spirto, ed empia tutto
1.49di riverenza e d'orror sacro il loco.
1.50Del Vate è quella la magnanim'ombra,
1.51che tratta dal desio del nido antico
1.52viene i silenzi a visitarne, e grata
1.53dell'ospite pietoso alla memoria
1.54de' nipoti nel cor dolce e segreto
1.55l'amor tramanda delle sante Muse.
1.56E per Comante già tutto l'avea,
1.57eccelsa Donna, in te trasfuso: ed egli
1.58lieto all'ombra de' tuoi possenti auspici,
1.59trattando la maggior lira di Tebe,
1.60emulò quella di Venosa, e fece
1.61parer men dolci i Savonesi accenti;
1.62padre incorrotto di corrotti figli,
1.63che, prodighi d'ampolle e di parole,
1.64tutto contaminâr d'Apollo il regno.
1.65Erano d'ogni cor tormento allora
1.66della vezzosa Malaspina i neri
1.67occhi lucenti; e corse grido in Pindo
1.68che a lei tu stesso, Amor, cedesti un giorno
1.69le tue saette, né s'accorse l'arco
1.70del già mutato arciero: e se il destino
1.71non s'opponeva, nel tuo cor s'apria
1.72da mortal mano la seconda piaga.
1.73Tutte allor di Mnemosine le figlie
1.74fur viste abbandonar Parnaso e Cirra,
1.75e calar sulla Parma; e le seguia
1.76Palla Minerva, con dolor fuggendo
1.77le cecropie ruine. E qui, siccome
1.78di Giove era il voler, composto ai santi
1.79suoi studi il seggio, e degli spenti altari
1.80ridestate le fiamme, d'Academo
1.81fe' riviver le selve, e di sublimi
1.82ragionamenti risonar le volte
1.83d'un altro Peripato, che di gravi
1.84salde dottrine, dagli eterni fonti
1.85scaturite del Ver, vincea l'antico.
1.86Perocché, duce ed auspice Fernando,
1.87d'un Péricle novel l'opra e il consiglio,
1.88e la beltate, l'eloquenza, il senno
1.89d'un'Aspasia miglior, scienze ed arti,
1.90che le città fan belle e chiari i regni,
1.91suscitando allegrâr Febo e Sofia.
1.92Tu fulgid'astro dell'ausonio cielo,
1.93pieno d'alto saver, splendesti allora,
1.94dotto Paciaudi mio; nome che dolce
1.95nell'anima mi suona, e sempre acerba,
1.96così piacque agli Dei, sempre onorata
1.97rimembranza sarammi. Ombra diletta,
1.98che sei sovente di mie notti il sogno,
1.99e pietosa a posarti in sulla sponda
1.100vieni del letto ov'io sospiro, e vedi
1.101di che lagrime amare io pianga ancora
1.102la tua partita; se laggiù ne' campi
1.103del pacifico Eliso, ove tranquillo
1.104godi il piacer della seconda vita;
1.105se colà giunge il mio pregar, né troppo
1.106s'alza su l'ali il buon desio, Torquato
1.107per me saluta, e digli il lungo amore
1.108con che sculsi per lui questa novella
1.109di tipi leggiadria; digli in che scelte
1.110forme più care al cupid'occhio offerti
1.111i lai del suo pastor fan dolce invito;
1.112digli il bel nome che gli adorna, e cresce
1.113alle carte splendor. Certo di gioia
1.114a quel divino rideran le luci,
1.115ed Anna Malaspina andrà per l'ombre
1.116ripetendo d'Eliso, e fia che dica:
1.117Perché non l'ebbe il secol mio! memoria
1.118non sonerebbe sì dolente al mondo
1.119di mie tante sventure. E se domato
1.120non avessi il livor (ché tal nemico
1.121mai non si doma, né Maron lo vinse,
1.122né il Meonio cantor), non tutti almeno
1.123chiusi a pietade avrei trovato i petti.
1.124Stata ella fôra tutelar mio Nume
1.125la Parmense Eroina; e di mia vita
1.126ch'ebbe dall'opre del felice ingegno
1.127sì lieta aurora e splendido meriggio,
1.128non forse avrebbe la crudel fortuna
1.129né Amor tiranno in negre ombre ravvolto
1.130l'inonorato e torbido tramonto.
Supported by the Czech Science Foundation (GA23-07727S)